In Emilia-Romagna, tra le regioni
del Nord Italia interessate da focolai di peste suina africana
tra cinghiali allo stato brado, si è verificato finora un unico
caso di focolaio "domestico" ovvero in un allevamento di maiali.
Si tratta di un allevamento del Piacentino, a Ponte Dell'Olio,
dove nei giorni scorsi sono stati abbattuti tutti i maiali, come
previsto dalla normativa. Uccisi circa 750 animali.
Contestualmente la Regione ha emesso un'ordinanza che stabilisce
zone di protezione e sorveglianza a 3 e 10 chilometri di
distanza per evitare contagi. Al momento, a quanto si apprende,
non sono stati trovati punti di contatto con gli altri focolai
insorti in allevamenti in Piemonte e Lombardia.
La Regione ha avviato diverse azioni per prevenire la
diffusione di peste suina africana negli allevamenti, a tutela
di una filiera non da poco. La quota stimata di prodotti Dop e
Igp a base di carne suina dell'Emilia-Romagna è circa di 3,4
miliardi di euro di cui 3,2 miliardi solo per prosciutto di
Parma e mortadella di Bologna, oltre alle carni lavorate.
Sono state previste risorse specifiche assegnate alle polizie
provinciali per la gestione dei piani di controllo dei
cinghiali, 500mila euro nel 2023, 1,2 milioni per il 2024, oltre
ai 5 milioni che la Regione mette a disposizione ogni anno per
le attività faunistiche alle Province. La Regione ha poi
istituito i gruppi operativi territoriali (Got) nei territori
colpiti. Tra le attività anche tre bandi emanati in 2 anni con
risorse per 10 milioni, rivolti all'innalzamento dei livelli di
biosicurezza negli allevamenti, ed è in previsione l'uscita di
un quarto bando dopo l'estate. Tra le opere finanziate,
recinzioni, piazzole disinfezione automezzi, zone filtro, celle
frigorifere.
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