ASCOLI PICENO - "La Dop "Oliva Ascolana del Piceno", registrata presso l'UE il 15 novembre 2005, ha visto disattesi tutti gli accordi costitutivi". Lo sostiene il presidente di Confindustria Ascoli Piceno, Simone Ferraioli che ha sferrato oggi un duro attacco al Consorzio di Tutela. "La Dop protegge solo il prodotto, non la tradizionale ricetta marchigiana, che resta patrimonio di tutti. Il Consorzio, invece, tenta di monopolizzare la ricetta, violando la normativa UE" accusa Ferraioli secondo il quale "lo sviluppo della coltura dell'oliva ascolana è stato penalizzato dalla scelta della DOP, che ha limitato la diffusione della varietà.
Il Consorzio - aggiunge - avrebbe dovuto incrementare la produzione della tenera ascolana, ma in venti anni ha incentivato solo il 2% del fabbisogno reale. Anni di malagestione hanno portato allo scioglimento giudiziale del Consorzio, che oggi riparte con la stessa compagine sociale e una presidenza discutibile e omette di dire che la produzione con olive diverse dalla DOP crea un fatturato di circa 50 milioni di euro e garantisce occupazione a 400 persone".
Per Confindustria di Ascoli Piceno il Consorzio, privo di strumenti e risorse, cerca di tutelare il prodotto con denunce contro gli operatori del territorio, che operano nella legittimità mentre il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha riconosciuto legittimo l'utilizzo della denominazione 'olive all'ascolana' per tutti gli operatori. Ferraioli conclude dicendo che l'onorevole Mirco Carloni, durante l'interrogazione illustrata ieri in commissione agricoltura, "ha sottolineato la necessità di tutelare i produttori che hanno iniziato l'attività prima della costituzione del Consorzio. Confindustria è sempre disponibile per un confronto sul tema della tutela con le altre associazioni di categoria".
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