- PONTECORVO - Rischia di sparire a causa della frammentazione aziendale che caratterizza l'agricoltura ciociara: il peperone 'corno di bue' di Pontecorvo da anni riconosciuto con la Denominazione di Origine Protetta per la caratteristica forma dalla quale prende il nome e le proprietà nutritive, è al centro di un progetto di salvataggio. Lo ha lanciato il Comune di Pontecorvo promuovendo la nascita di un'associazione dei produttori riunendo gli imprenditori agricoli del territorio.
I soci sono tutti imprenditori agricoli che hanno scelto di partecipare al progetto di rilancio della produzione del peperone dop, dedicando specifici appezzamenti della loro 'superficie agricola utile' alla tradizionale coltivazione.
Hanno piantato il seme in purezza a inizio estate e si avviano, nonostante le difficoltà dovute alla fragilità congenita del pregiato ortaggio, ai primi raccolti stagionali, anche in vista della festa popolare che il Comune riproporrà a settembre in collaborazione con l'Associazione Fiera Agricola del Basso Lazio.
"Stavamo rischiando - spiega il sindaco Anselmo Rotondo - di perdere la nostra più celebre tradizione agricola, visto che in città solo due aziende oggi producono e certificano il dop. Non potevamo assistere passivamente a questo declino e, come amministrazione, ci siamo fatti promotori di una ripartenza che, ancor prima che produttiva, fosse culturale. L'unione fa la forza. Oggi avevamo bisogno che il nostro appello alla collaborazione venisse raccolto da tanti imprenditori e il gran numero di adesioni è stata la più bella risposta".
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