Lo street food dalla strada entra nelle case dei sardi e degli italiani, puntando sempre di più sulla qualità delle materie prime e della lavorazione, tra la conservazione di tradizioni antiche e rivisitazioni in chiave di tendenza. Soprattutto negli ultimi 5 anni, il cibo da strada anche in Sardegna è riuscito a conquistare sempre più sostenitori, tra i produttori e tra i consumatori. Panadas, focacce, pizzette sfoglia, culurgionis, sebadas ma anche pani frattau, fregula condita, gnocchetti, raviolini di ricotta, frittura del giorno oppure i più trendy prodotti gourmet bio o vegani di nuova concezione. Un settore in fortissima crescita, secondo i dati rielaborati dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere; nel 2023 le imprese registrate come 'Attività di ristorazione ambulante' sono oltre 200 e sono cresciute del 90% nell'ultimo quinquennio.
In Italia il settore conta quasi 3mila imprese ambulanti e oltre 50mila attività legate alla ristorazione con un giro d'affari annuo di oltre 600 milioni di euro. E sono sempre più gli italiani, uno su due, che dichiarano di consumarlo almeno una volta la settimana. soprattutto la sera (73%) e 2 su 3 lo preparano da sé. Quasi sette italiani su dieci (il 69%), coloro che hanno scelto di consumare cibo di strada in questa estate, preferendo magari una piadina o un arancino al tradizionale pranzo di pesce seduti in un ristorante sul lungomare. I costi invitanti ma anche una forma di vendita particolarmente apprezzata, hanno fatto decollare il cibo di strada nella "hit-parade" delle preferenze. Una tendenza che ha generato la nascita di nuove attività stimolando l'imprenditoria giovanile.
"Siamo molto contenti della crescita di queste vere e proprie realtà produttive - afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - questo è un particolare settore che ha l'occasione di diventare opportunità sia per le imprese tradizionali che innovano e diversificano, sia per le nuove realtà che propongono nuovi stili gastronomici".
Secondo Confartigianato Sardegna "per il settore della ristorazione ambulante e itinerante è necessaria una maggiore semplificazione delle procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio, per consentire al patrimonio storico cultural-gastronomico regionale, rappresentato da una miriade di cibi di strada, sia sempre più forte e competitivo e riesca a contrastare l'avanzata di cibi apolidi capofila di un'errata tendenza a globalizzare i sapori".
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