Sotto i 20 euro a bottiglia e una
produzione in continua crescita con stime, in assenza di dati
ufficiali, che parlano di un incremento del 50% negli ultimi
dieci anni. Ma in Italia non esiste alcuna normativa specifica
che ne disciplini la produzione o il confezionamento.
L'idromele, bevanda alcolica prodotta con il miele, diffusa
in antichità ancora prima della birra, negli ultimi anni ha
saputo ben convertirsi agli attuali stili di consumo, dando un
tocco inedito agli happy hour. Vere e proprie 'bollicine'
prodotte grazie ad un processo naturale di fermentazione del
miele in acqua in debite proporzioni con lievito da cui deriva
un mosto con un grado zuccherino più alto rispetto a quello del
vino, che può rifermentare anche dopo essere stato imbottigliato
a distanza di qualche mese. Ma è la seconda fermentazione a
determinarne l'assetto finale, con le bollicine che risalgono in
superficie, da trattare con particolare attenzione e cura.
Tra i pionieri in Italia di questa antica bevanda è Alberto
Mattoni, titolare di un'azienda a Foligno in Umbria, che
cominciò a produrre idromele nel secondo dopoguerra, seguendo
una ricetta rimasta tuttora segreta custodita oggi dal
produttore Luca Ciampelli, presidente dell'Associazione
Produttori Apistico Umbri. Negli anni sono nate altre aziende,
sempre con produzioni artigianali in buona parte di tipo
amatoriale che in alcuni casi sfociano in attività
imprenditoriali. L'unico elemento che le accomuna è che ognuna
custodisce gelosamente la propria ricetta e i processi
produttivi. Il risultato è che ci sono tanti tipi di idromele
quanti sono coloro che lo producono, i cui sapori variano anche
sulla base della varietà di miele utilizzato, dal millefiori al
corbezzolo, dal castagno a quello di sulla.
"Negli ultimi anni - spiega all'ANSA Paolo Spiccalunto,
titolare di un'azienda di Morlupo nel Lazio e consigliere
dell'Associazione nazionale Miele in cooperativa - c'è stata una
tendenza ad adattare l'idromele agli stili di consumo più
moderni. Si è passati dall'antica ricetta di bevanda
'meditativa' e quindi con maggiore grado alcolico, a quella più
fresca e frizzantina, assimilabili alle bollicine moderne
perfette per gli aperitivi". Mercato che soffre però di una
sorta di vuoto legislativo, come denuncia Spiccalunto, spiegando
che "l'idromele è poco tutelato e a differenza di altre
produzioni artigianali che hanno un'imposta più bassa, qui viene
applicata un'aliquota Iva più alta di quella del miele. Una cosa
poi è certa, occorrerebbe una maggiore promozione di una bevanda
ancora sconosciuta ai più".
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