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Enologo Pala, 'dazi Usa minaccia concreta per comparto del vino'

Enologo Pala, 'dazi Usa minaccia concreta per comparto del vino'

'Primi impatti riduzione esportazioni con un calo della domanda

CAGLIARI, 27 marzo 2025, 11:32

Redazione ANSA

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L'eventuale introduzione o l'inasprimento dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti sui vini italiani rischia di avere conseguenze molto pesanti per l'intero settore vitivinicolo nazionale. A lanciare l'allarme è Andrea Pala, enologo sardo con esperienza in molte regioni italiane, da anni impegnato nella valorizzazione dei vitigni autoctoni.
    "Non parliamo di un problema che riguarda solo le grandi aziende - spiega - ma di una possibile crisi per migliaia di cantine, in particolare quelle medio-piccole, che hanno puntato sull'export e per cui il mercato statunitense rappresenta un riferimento fondamentale". Gli Stati Uniti sono infatti da sempre uno dei principali sbocchi per il vino italiano. Un aumento dei dazi significherebbe un rincaro dei prezzi al dettaglio, che renderebbe le etichette italiane meno competitive rispetto a quelle di altri Paesi produttori come Cile, Argentina o Australia, che non subirebbero la stessa tassazione. "A parità di qualità - aggiunge Pala - i consumatori americani potrebbero essere spinti a scegliere vini diversi solo per una questione di prezzo. Questo comporterebbe una perdita di quote di mercato difficile da recuperare".
    Tra le prime conseguenze ci sarebbe una riduzione delle esportazioni, con un calo della domanda da parte degli importatori Usa e il rischio di una sovrapproduzione difficile da assorbire sul mercato interno. "Un'offerta maggiore in Italia - osserva ancora - potrebbe portare a un abbassamento dei prezzi, con effetti dannosi su tutta la filiera, dai produttori ai distributori".
    Di fronte a questo scenario, secondo l'enologo "è fondamentale che le aziende italiane si attrezzino con strategie concrete: diversificare i mercati puntando su nuove aree in crescita come Asia, Nord Europa e Canada, investire sulla forza del proprio brand e sul legame con il territorio, e costruire relazioni dirette con importatori e distributori statunitensi, per cercare di contenere l'impatto sui margini". Ma serve anche un'azione forte a livello istituzionale. "I consorzi, l'Ice, le regioni e il Governo devono lavorare insieme per rafforzare la presenza del vino italiano all'estero, attraverso fiere, campagne promozionali, missioni commerciali"
   

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