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Viaggio nei luoghi della Memoria

Viaggio nei luoghi della Memoria

Da Milano ad Amsterdam per non dimenticare la storia più buia

MILANO, 25 gennaio 2025, 17:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Ida Bini) Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria per omaggiare i milioni di vittime dell'Olocausto: ebrei, dissidenti, omosessuali, rom e sinti ma anche oppositori politici, rifugiati e prigionieri di guerra.
    Per ricordare il passato più buio e lottare contro ogni forma di discriminazione e razzismo vengono organizzati incontri, cerimonie, proiezioni di film, spettacoli teatrali, letture e mostre che documentano l'eccidio e testimoniano quanto sia importante la memoria collettiva. Fu proprio il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell'Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento nazista di Auschwitz e liberarono 9mila prigionieri, pochi superstiti rispetto ai 4 milioni che dal 1940 vi erano stati detenuti. Oggi quel lager e tutti quelli che vennero scoperti in seguito, stazioni ferroviarie, prigioni e vecchie fabbriche sono state trasformate in musei, in luoghi della memoria. Il viaggio alla loro scoperta parte da Milano, dove sotto la stazione Centrale sorge la Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21, il luogo da dove partivano i convogli carichi di ebrei e di perseguitati verso i campi di sterminio nazisti. Il Memoriale testimonia la vita di migliaia di prigionieri che vi transitarono tra il 1943 e il 1945, tra cui anche la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz. Le visite si fanno tutti i giorni dalle 10 alle 16; il 27 gennaio le visite sono gratuite ma si devono prenotare. A Trieste il monumento nazionale Risiera di san Sabba, struttura per la pilatura del riso trasformata in campo di detenzione, è un museo con mostre e attività didattiche che testimoniano la tragica storia di soldati italiani, partigiani, detenuti politici ed ebrei imprigionati e poi deportati. Ricco è il programma commemorativo del 27 gennaio. A testimoniare gli orrori nei campi di concentramento c'è anche il Museo Monumento al deportato politico e razziale di Fossoli, in provincia di Modena. Nel suo campo di prigionia vi transitarono anche famosi uomini di cultura tra cui lo scrittore Primo Levi. Per la Giornata della Memoria sono previsti incontri, cerimonie celebrative, proiezioni, mostre e visite guidate. Un altro campo di concentramento da visitare è quello di Servigliano, nelle Marche: è un luogo di prigionia dove nel periodo fascista venivano incarcerati oppositori, rifugiati, prigionieri di guerra ed ebrei; oggi è diventata un'associazione per il recupero della Memoria, nata nel 2001 per testimoniare la storia dei fatti avvenuti tra il 1915 e il 1955. La sede è l'ex stazione ferroviaria che ospita anche il Museo della Memoria, una mostra fotografica permanente sulla storia del campo e un'aula multimediale dove si svolgono gli eventi. A Roma è d'obbligo una visita al Ghetto, tra i più antichi del mondo, dove il 16 ottobre 1943 furono catturati oltre mille ebrei, rinchiusi nel Collegio Militare in via della Lungara e trasferiti alla stazione Tiburtina per essere deportati ad Auschwitz. Nella Capitale per ricordare i luoghi dove ebrei, dissidenti, omosessuali, rom e sinti furono arrestati e deportati, l'artista tedesco Gunter Demnig nel 1993 ha creato le pietre d'inciampo, piccoli blocchi in pietra incastonati lungo i marciapiedi o nel selciato che ricordano le vittime delle deportazioni. Sulle pietre sono riportati il nome della vittima, il luogo dove visse o dove, in molti casi, ebbe inizio la deportazione. Le pietre d'inciampo sono oltre 300 - 22mila in tutto il mondo - disseminate in molte zone della città. Fino al 12 febbraio l'associazione 'Arte in memoria', presieduta da Adachiara Zevi sotto l'alto patronato del Capo dello Stato, collocherà 25 nuove pietre d'inciampo in varie strade della Capitale. Infine a Tarsia, in provincia di Cosenza, si trova il più grande campo di concentramento fascista d'Italia; qui a seguito delle leggi razziali vi furono rinchiusi ebrei italiani e stranieri, antifascisti e profughi politici. Chiuso nel 1945, dal 2004 è diventato il Museo della memoria Ferramonti con una ricca collezione di documenti, foto, lettere dei familiari e oggetti personali, arricchiti da video e testimonianze.
    All'estero il viaggio nei luoghi simbolo non può che cominciare da Auschwitz dove sono ancora visibili il filo spinato, il cancello con la scritta 'Arbeit macht frei', lo spettrale binario ferroviario e, all'interno, il blocco 11 con diverse celle, una camera a gas e una libreria ben documentata. A pochi km c'è il lager Birkenau, dove si visitano l'infermeria, le baracche, la rampa dove arrivava il treno, le camere a gas, le fosse comuni e la torre di guardia. A Cracovia si visita il quartiere ebraico Kazimierz, dove sorge la fabbrica di smalti di Oskar Schindler, oggi museo legato all'imprenditore che salvò più di un migliaio di ebrei dal campo di concentramento, impiegando alcuni prigionieri come operai. In Germania il luogo della memoria più importante è il memoriale della Shoah, un campo di steli disegnato dall'architetto Peter Eisenmann nel cuore del quartiere Mitte di Berlino, nel vecchio palazzo del gerarca nazista Joseph Goebbels. Il monumento è composto da quasi 3 mila blocchi di pietra che commemorano i 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti. Sempre nella capitale tedesca si trova il Museo ebraico che racconta la storia della comunità ebraica tedesca, dal Medioevo fino alla Shoah; progettato da Daniel Libeskind, dall'alto ha la forma simbolica di una stella di Davide spezzata. Nella stazione ferroviaria di Grunewald si trova il Gleis 17 Memorial, un monumento situato al binario 17, da dove gli ebrei partivano verso i campi di concentramento tra il 1941 e il 1945. Qui 186 placche di acciaio ricordano il nome, la data e il luogo di prigionia dei deportati. Il viaggio nella memoria prosegue a Parigi, dove il Memoriale della Shoah raccoglie documenti e testimonianze politiche utili per le inchieste, tra cui il processo di Norimberga. Infine merita una visita la casa-museo di Anna Frank ad Amsterdam, simbolo della Shoah per il suo diario reso pubblico dopo la fine della guerra.
   
   

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