Celebrare il patrimonio mondiale in "tutte le sue forme": questo l'obiettivo della Conferenza Unesco sulle sfide del patrimonio culturale nel XXI/o secolo, in programa a Napoli dal 27 al 29 novembre. Durante la conferenza, si legge in una nota diffusa dall'Unesco, "l'accento verrà posto, in particolare, sulle popolazioni locali e autoctone che sono le prime guardiane della diversità culturale ma che vengono ancora troppo poco associate alle politiche di salvaguardia". La conferenza a cui sono attesi, tra gli altri, la direttrice generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, avviene in occasione della celebrazione per il 50° anniversario della Convenzione sul Patrimonio Mondiale e della ricorrenza del ventennale della Convenzione sul Patrimonio Immateriale.
L'organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura sottolinea che i lavori sfoceranno "su un Appello all'azione, presentato mercoledì 29 novembre, alle ore 18, da Ernesto Ottone, vicedirettore generale dell'Unesco per la Cultura, al fianco di rappresentanti dell'Italia". Seguirà una conferenza stampa di chiusura intorno alle 19:20. L'evento, sottolinea l'Unesco, "è anche l'occasione di onorare Napoli, una città ricca di un patrimonio cosmopolita e tre volte millennario. Il centro storico è iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1995. La città è anche la culla dell'arte del pizzaiolo napoletano, una pratica iscritta sulla Lista del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco dal 2017". La conferenza viene organizzata dall'Unesco in partenariato con il ministero degli Esteri, il ministero della Cultura e la città di Napoli. I rappresentanti dei 194 Stati membri sono attesi a Palazzo Reale, in particolare, "per dibattere dei mezzi e dei nuovo approcci di salvaguardia dei patrimoni materiale e immateriale dell'umanità, come anche delle sfide contemporanee che si pongono alla loro conservazione".
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