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A Ostia Antica un bagno rituale ebraico "unico" fuori da Israele

A Ostia Antica un bagno rituale ebraico "unico" fuori da Israele

Giuli, Roma culla civiltà e culti. Di Segni, tesoro storia ebrei

ROMA, 10 marzo 2025, 19:10

di Cinzia Conti

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Un bagno rituale ebraico (mikveh), il più antico rinvenimento del genere nel mondo della Diaspora, reso ancora più suggestivo da fatto che dal fondo del pozzo è emersa anche una lucerna decorata sul disco dall'immagine di una menorah (candelabro a 5 bracci) e da un ramo di palma sul fondo, oltre a un bicchiere in vetro pressoché integro, databili tra V e VI secolo d.C. La straordinaria scoperta avvenuta nel Parco archeologico di Ostia Antica è stata presentata dal ministro dei Beni Culturali Alessandro Giuli con il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni.

La campagna di scavo è stata realizzata nell'ambito del progetto Ops - Ostia Post Scriptum che è finanziato dal ministero della cultura, tramite la Direzione generale Musei ed è nato nel 2022 da un rapporto di collaborazione fra il Parco archeologico di Ostia Antica, l'Università degli studi di Catania e il Politecnico di Bari. Rallegrato ma stupito solo fino a un certo punto, perché fermo sostenitore dell'eccezionalità degli scavi della prima colonia romana e importantissimo centro urbano dell'antichità, il ministro Giuli spiega come "Ostia non è solo una Roma in miniatura ma è un po' il suo prologo. Pensate che solo qui sono stati trovati 20 mitrei, un tempio di Iside e Serapide, una basilica costantiniana contemporanea a quella vaticana e laterana, uno specchio poliedrico di tutto ciò che rappresenta la storia romana del Mediterraneo e dello sviluppo della civiltà europea". E aggiunge con orgoglio: "Gli ebrei della diaspora non a caso hanno trovato qui ospitalità, relazioni, possibilità di affermazione sociale di altissimo lignaggio. Un terreno fertile in cui far germogliare una pianta ancora oggi vivente al punto tale che siamo qui a ragionare con la comunità ebraica e il rabbino di Di Segni sul fatto che trovi una sua visibilità. Roma è una città che ospita le civiltà tutte, le tradizioni tutte e quella ebraica è quella più risalente".

"In Israele di bagni rituali - spiega Di Segni - ce ne sono tanti e in Europa ce ne sono alcuni di epoca medievale. Ma un mikveh così antico non sembra invece sia mai stato trovato in tutta la diaspora. A questo punto Roma possiede un patrimonio archeologico di storia ebraica eccezionale. Non c'è solo l'arco di Tito, ci sono le catacombe, c'è la sinagoga di Ostia e ora anche il mikveh di Ostia". Di Segni ha poi fatto un appello a Giuli: "Organizziamo un circuito turistico per questo tipo di turismo ebraico. Da domani riceverò tantissime telefonate per visitarlo".

I più antichi esempi di bagni rituali archeologicamente documentati in Israele risalgono alla fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C. Capillarmente diffusi in Giudea, Galilea e Idumea in età erodiana, diminuiscono progressivamente nel I secolo fino a scomparire quasi del tutto all'inizio del II, in connessione con la piena romanizzazione della regione a seguito della distruzione del Tempio nell'anno 70 d.C. e della successiva repressione di Bar Kokhba nel 135 d.C. Non sono finora noti mikveh di epoca romana o tardo-antica nei luoghi della Diaspora, con l'unica eccezione di quello di Palazzo Bianca a Siracusa, probabilmente realizzato nei pressi della locale sinagoga tra VI e VII secolo d.C. Secondo Alessandro D'Alessio, direttore del Parco archeologico di Ostia Antica, la straordinaria scoperta "non può che confermare l'entità della presenza continuativa, il ruolo e l'importanza della comunità ebraica a Ostia nel corso di tutta l'età imperiale (se non prima): dagli inizi del I (epoca cui risale la più antica iscrizione nota in Italia che menzioni Iudaei, rinvenuta nella vicina necropoli di Pianabella) al V-VI secolo, quando la sinagoga ostiense - la più vetusta del Mediterraneo occidentale (fu costruita infatti a fine II-inizi III secolo) e la sola conservata a Roma - cessò di vivere a seguito del definitivo abbandono della città". Per Alfonsina Russo, capo dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, "è la conferma da un lato l'importanza e la specificità dell'antica città di Ostia, porto e porta di Roma sul Mediterraneo e per tale ragione melting pot etnico, linguistico, religioso e culturale in senso lato e, d'altro canto, le inusitate potenzialità del patrimonio storico-archeologico italiano".

Il direttore generale Musei Massimo Osanna ricorda come "grazie ai finanziamenti stanziati dal Mic negli ultimi anni è stato possibile attuare un piano di interventi su scala nazionale, promosso in particolare dalla Direzione generale Musei, volto alla manutenzione programmata, alla promozione della ricerca archeologica e alla valorizzazione degli istituti e luoghi della cultura". Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, parla di "emozione e orgoglio, per la conferma del radicamento millenario degli ebrei a Roma, e del cordone ombelicale che ci lega alla Terra d'Israele. Il mikveh è il segno di una presenza viva, che si è perpetuata nei secoli e porta a noi, oggi".

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