Le Dame, i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e i mostri dell'Apocalisse. C'è tutto Enrico Baj nella mostra retrospettiva che Milano, la sua città, gli dedica a Palazzo Reale per celebrare i 100 anni dalla nascita (Milano, 1924 - Vergiate, 2003). Il percorso, che si snoda nella sala delle Cariatidi, ha al centro l'opera simbolo di questo artista, maestro della neoavanguardia italiana e internazionale, cioè 'I funerali dell'anarchico Pinelli'. Si tratta di un'opera drammatica di grandi dimensioni realizzata anche ispirandosi a Guernica di Picasso, che testimonia il grande impegno civile dell'artista.
Nel 1972 con questa opera Baj ha voluto rendere omaggio all'anarchico Giuseppe Pinelli, morto cadendo da una finestra della questura di Milano ingiustamente accusato di avere partecipato alla strage di piazza Fontana. 'I funerali dell'anarchico Pinelli' dopo la mostra troverà una collocazione permanente al Museo del Novecento, dopo anni passati in magazzino.
Ad accogliere i visitatori nella sala del lucernario c'è un'altra grande opera, 'L'Apocalisse', che è ispirata idealmente al Giudizio Universale di Michelangelo. Le figure salgono verso l'alto in un polittico di quasi 100 metri. Nel percorso c'è tutta l'arte di Baj con i Generali, una riflessione sul potere, i Meccano, un'altra riflessione sulla pervasività della tecnica che è molto attuale se si pensa all'intelligenza artificiale. E le magnifiche Dame che chiudono il percorso. Tutto nel segno dei materiali più diversi, marchio di fabbrica dell'artista, che usava il collage, assemblava medaglie, bottoni, passamanerie, legno e altri materiali.
Mentre i Generali sono stati abbandonati da Baj dopo un po' nel suo percorso artistico, "le donne invece, le dame ci sono sempre", ha commentato la vedova Roberta Cerini Baj, che ha curato la mostra. Ci sono quelle più modeste degli anni '60, ma sempre con questa vacuità delle loro borse e bracciali, poi le Dame degli anni '74-'75 quando Baj aveva una quantità di fiocchi e cordoni avanzati dai 'Funerali dell'anarchico Pinelli' che decise di usare per queste opere. Infine le Dame che sono donne fiumi, straripanti e forti.
"In questa mostra c'è la lotta contro il potere, contro i soprusi, contro il militarismo - ha spiegato Chiara Gatti che ha curato la mostra insieme a Roberta Cerini Baj -. C'è poi il tema delle folle, punti che abbiamo cercato di evidenziare collegandoli alla contemporaneità, con questo sguardo premonitore che è tipico di Baj".
Anche il Castello Sforzesco partecipa alle celebrazioni del centenario della nascita, proponendo in mostra una selezione di opere dal Fondo Baj, che comprende le opere donate dall'artista stesso.
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