BRUXELLES - Prima la mobilità sostenibile e il patrimonio culturale, poi l'azione climatica, gli alloggi accessibili e l'inclusione sociale e l'equità. I sindaci italiani si differenziano dai loro colleghi europei sulle priorità politiche per il 2024: se per il 67% dei primi cittadini europei intervistati da Eurocities la lotta al cambiamento climatico è in cima all'agenda, per i sindaci di Genova, Torino, Firenze, Roma, Bologna, Milano e Verona l'azione per il clima arriva solo dopo l'urgenza di investire sui trasporti verdi e sulla cultura.
A rivelarlo è l'ultimo sondaggio pubblicato dalla rete composta da 200 tra le principali città europee, che a ridosso delle elezioni europee ha intervistato 92 primi cittadini sia dei Paesi Ue sia extra-Ue come Regno Unito e Turchia, chiedendogli le priorità per l'anno in corso. Nonostante il dietrofront dell'Ue su parte del Green Deal, per il 67% degli intervistati le azioni contro il cambiamento climatico - ad esempio le ristrutturazioni edilizie - rimangono la massima priorità, seguite da quelle per l'inclusione sociale (31%), per l'accesso agli alloggi (30%) e per i trasporti green (28%). "Sebbene il cambiamento climatico rimanga la massima priorità per i sindaci europei nel 2024, prestano anche molta più attenzione all'inclusione sociale e all'abitazione rispetto all'anno scorso", ha osservato André Sobczak, segretario generale di Eurocities, secondo cui "a differenza di molti politici populisti, i sindaci non mettono in contrapposizione i bisogni ecologici con quelli sociali". Quanto alle sette città italiane, in vista delle prossima legislatura i primi cittadini pongono la stessa enfasi sugli investimenti nella mobilità sostenibile e vorrebbero vedere più fondi Ue destinati, oltre ai trasporti green, anche agli alloggi, al cambiamento climatico e alla transizione energetica. Il 90% degli italiani (contro il 50% dei loro colleghi europei) è inoltre molto preoccupato per i contraccolpi che le politicheclimatiche possono innescare nella cittadinanza.
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