Il Front National avrebbe fatto per anni "contratti fittizi" a "finti assistenti europarlamentari" che in realtà lavoravano in Francia come funzionari del partito senza mai andare né a Bruxelles né a Strasburgo: è questo lo schema di illeciti che, secondo la presidente del tribunale di Parigi, Bénédicte de Perthuis, il partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National, avrebbe portato avanti per anni.
Uno schema pensato per far fronte alle difficoltà economiche della compagine d'estrema destra francese e dirottare così sulla segreteria nazionale oltre 2,9 milioni di euro che invece dovevano essere utilizzati solo per pagare lo staff degli eurodeputati lepenisti, come, per tre legislature, anche la stessa Marine Le Pen. La sentenza ha infatti dichiarato colpevoli di appropriazione indebita la leader della destra sovranista francese e otto tra ex e attuali eurodeputati dell'allora Front National, tra cui anche Nicolas Bay, ex segretario generale del Front National e oggi passato a Ecr, e l'attuale eurodeputata dei Patrioti, Catherine Griset.
Condannati anche i funzionari che figuravano allora come loro assistenti parlamentari, giudicati invece colpevoli di ricettazione. Tra questi anche Thierry Légier, storica guardia del corpo del padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, poi di Marine stessa e infine del leader dei Patrioti, Jordan Bardella. Il tribunale di Parigi non ha risparmiato Yann Le Pen, sorella di Marine Le Pen e madre dell'eurodeputata di Ecr Marion Maréchal, e Micheline Bruna, ex segretaria particolare di Jean-Marie Le Pen.
L'escamotage elaborato dagli eurodeputati del Front National non era un trucco isolato, ma un vero e proprio "sistema", ha sancito de Perthuis, stabilendo che è "accertato che tutte queste persone in realtà lavoravano per il partito e che non avevano alcun incarico presso l'eurodeputato a cui erano stati assegnati". Non solo. A fine legislatura, hanno accertato i giudici di Parigi, i funzionari "si spostavano da un parlamentare all'altro".
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