Contro l'assalto e la
speculazione delle multinazionali dell'energia rinnovabile in
Sardegna i gruppi di maggioranza in Consiglio regionale danno
manforte alla giunta regionale di Alessandra Todde che ha appena
approvato un disegno di legge di sospensione per 18 mesi delle
attività di messa in opera di qualsiasi impianto.
Lo fanno con una mozione in cui viene proclamata una giornata di
mobilitazione, analisi, studio e proposta sul tema: "La mozione
è una chiamata alle armi ai sardi affinché ci si mobiliti
dinanzi a quello che si annuncia come un vero e proprio assalto
alla nostra isola", ha spiegato Salvatore Corrias, probabile
futuro presidente della commissione Autonomia e riforme
dell'Consiglio regionale, per il gruppo del Pd, promotore
dell'iniziativa cui aderiranno anche gli altri capigruppo di
maggioranza.
"La questione energetica è diventata soprattutto una
questione sarda - precisa Corrias -, ma questa mozione è anche
una risposta ai territori che si stanno mobilitando da tempo, ai
sindaci e ai comitati". La giornata di mobilitazione sarà una
seduta straordinaria dell'Assemblea, "da valutare che si possa
anche tenere a Roma in piazza Montecitorio", si legge nella
mozione.
Il documento, che per essere incardinato nei lavori
dell'Assemblea deve attendere l'insediamento delle commissioni,
impegna la giunta "a persuadere il governo" a modificare il
cosiddetto decreto Draghi, in particolare sul punto che riguarda
le aree idonee e non. "Siamo favorevoli alle rinnovabili -
precisa Corrias insieme al capogruppo dem Roberto Deriu durante
la presentazione della mozione -, ma serve un processo
pianificatori ordinato". La mozione prevede anche il ricorso a
eventuali battaglie di costituzionalità che dovessero essere
necessarie per far valere l'equilibrio tra le necessità
energetiche e la tutela del territorio.
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