(di Francesco De Filippo e Alice Fumis)
Dichiarazioni di amicizia, stipule
di contratti per centinaia di milioni di euro per traghettare la
Serbia in una dimensione più sostenibile, e lo sforzo
dell'Italia perché Belgrado "torni nella sua casa" naturale,
l'Europa, come dice con enfasi il ministro degli Esteri Antonio
Tajani. Anche prima della scadenza indicata da Charles Michel,
il 2030. Il vertice Italia-Serbia, il secondo in un anno dopo
Belgrado, prima missione all'estero per il premier Milos
Vucevic, stringe ancor più i rapporti tra i due Paesi amici.
Tajani, che ha fatto dei Balcani uno dei punti fondamentali
della sua politica estera, ha assegnato al Friuli Venezia Giulia
un consigliere diplomatico per rinforzare i legami con l'area
balcanica. Il titolare della Farnesina ha ricordato l'amicizia
tra i due Paesi ed ha assicurato l'impegno in Kosovo dei
militari italiani a proteggere i monasteri cristiano-serbi. Poi
ha allettato Belgrado: "Il mercato interno è importante per la
crescita economica: 220 miliardi di business per le imprese
italiane", lo stesso sarebbe "per quelle serbe". Una prospettiva
importante per i 6 milioni di serbi divisi tra Russia e Cina da
un lato e Occidente.
Oggi sono stati siglati importanti intese economiche: Cassa
Depositi e Prestiti erogherà un finanziamento di 100 milioni
(altri 300 li metterà la Bers e 100 l'Istituto di Promozione
tedesco KfW) alla EPS, la principale e più grande impresa
elettrica serba per favorire la decarbonizzazione del Paese e
accelerare la transizione green. La Simest ha firmato un accordo
con l'Agenzia sviluppo serba per sviluppare i rapporti
commerciali, anche con la rete delle associazioni di settore.
Sace porta a casa accordi da 400 milioni, con il ministero delle
Finanze serbo e con Telekom Serbia per lo sviluppo dell'export
italiano. Oggi al forum c'erano oltre 200 imprenditori dei due
Paesi, e, come ha ricordato Tajani, l'Italia è "il terzo partner
commerciale della Serbia dove ci sono 1.200 imprese italiane che
contribuiscono per il 5,5% al Pil serbo e creano 50mila posti di
lavoro". Le "esportazioni in Serbia contano 2,3 miliardi" nel
2023, +10% sul 2019", ha aggiunto il presidente dell'Ice Matteo
Zoppas.
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, inoltre,
ha segnalato che "la Serbia si sta muovendo rispetto al nuovo
nucleare, lo stesso ragionamento che stiamo facendo noi, può
esserci collaborazione". Dal canto suo, Vucevic ha chiesto
"all'Italia di fare tutto possibile per evitare l'escalation nel
Nord del Kosovo dove risiede la popolazione di etnia serba". In
generale, l'obiettivo è "conservare pace e tranquillità nei
Balcani, sviluppare l'economia". Ed ha precisato: "Impossibile
finire la storia dell'Ue senza" i Balcani.
Nervo scoperto è il voto di ieri all'Onu su Srebrenica, in
cui è stata approvata la Giornata internazionale del ricordo del
genocidio: un'iniziativa sostenuta dalle principali potenze
occidentali (tra cui Usa, Francia, Germania, Italia e Gran
Bretagna) e fortemente osteggiata da Belgrado e dai serbi
bosniaci. "Torniamo 30 anni indietro", "non vedo il senso di un
atto del genere", il duro affondo di Vucevic: "Spero non ci
siano conseguenze".
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