La Commissione europea lancia il suo nuovo obiettivo climatico al 2040 stralciando ogni riferimento numerico per l'agricoltura. Nella comunicazione presentata il 6 febbraio, Bruxelles raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo nella prima bozza del documento circolata nelle scorse settimane è invece stato cancellato. L'agricoltura, si legge nel testo, "svolge un ruolo nella transizione" green, contribuendo "al contempo alla sovranità alimentare europea".
L'obiettivo intermedio Ue al 2040, necessario a tenere fede all'impegno di diventare il primo continente a raggiungere la neutralità climatica nel 2050, è indicato in una comunicazione che, dopo le Europee, dovrà essere seguita da proposte legislative elaborate dalla nuova Commissione europea. Il target del 90%, evidenzia l'esecutivo Ue, è in linea con il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e gli impegni assunti dall'Ue nell'ambito dell'accordo di Parigi, continuando a mantenere la stessa traiettoria di riduzione registrata nel decennio 2020-2030.
Il punto di partenza per assicurare il taglio del 90% delle emissioni di gas serra al 2040 è la riduzione delle stesse del 55% entro il 2030, obiettivo già fissato nella storica legge Ue sul clima adottata nel 2021. Con il nuovo target al 2040, Bruxelles intende aumentare la resilienza contro le crisi future e rafforzare l'indipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili, che rappresentavano oltre il 4% del Pil nel 2022. A seguito di una valutazione d'impatto, la Commissione europea prevede che il settore energetico raggiungerà la totale decarbonizzazione poco dopo il 2040, puntando su energie rinnovabili, nucleare, efficienza energetica, stoccaggio e cattura del carbonio, geotermico e idroelettrico. Un importante vantaggio di questi sforzi, viene sottolineato, è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a un calo dell'80% del loro consumo per energia dal 2021 al 2040.
Soffermandosi sull'agricoltura, l'esecutivo Ue evidenzia che "con le giuste politiche e il giusto sostegno, il settore può anche svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio".
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