La Commissione europea è pronta a valutare l'allentamento delle regole sulle fusioni nelle settore delle telecomunicazioni per contribuire a sviluppare il 5G e consolidare il mercato transfrontaliero. È quanto emerge dalla bozza del pacchetto sulla connettività che sarà presentato il 21 febbraio, di cui l'ANSA ha preso visione.
"La frammentazione del mercato potrebbe incidere sulla capacità degli operatori di raggiungere la dimensione necessaria per investire nelle reti del futuro, in particolare in vista dei servizi transfrontalieri", si legge nel documento e "si pone la questione se il consolidamento transfrontaliero o diverse forme di cooperazione a monte possano consentire agli operatori acquisire dimensioni sufficienti, senza compromettere la concorrenza a valle".
Negli ultimi anni il regolatore ha stoppato diversi potenziali accordi, ma il 5G richiede investimenti massicci e rapidi, e i grandi gruppi europei hanno chiesto aiuto all'esecutivo. E anche se le raccomandazioni di Bruxelles contenute nell'atteso rapporto sulle infrastrutture digitali non saranno vincolanti, il mercato ha subito reagito positivamente all'apertura su possibili fusioni nel settore. "La creazione di un vero mercato unico per i servizi di telecomunicazione richiede una riflessione su come incoraggiare il consolidamento transfrontaliero", ha detto Thierry Breton, commissario Ue responsabile per il mercato unico al Financial Times, aggiungendo che "le dimensioni sono fondamentali per realizzare gli ingenti investimenti necessari per costruire l'infrastruttura digitale all'avanguardia di cui l'Europa ha bisogno per la sua competitività. Esistono ancora troppe barriere normative per un vero mercato unico delle telecomunicazioni".
Nel 2016, Bruxelles aveva bloccato il tentativo di CK Hutchison di acquistare O2; ora il banco di prova è la proposta, sul tavolo la Commissione, della joint venture tra Orange e MasMovil in Spagna. E l'Italia potrebbe essere il prossimo "terreno di gioco", con Vodafone che vuole trovare un modo per valorizzare le sue attività e sta trattando con Swisscom per una possibile partnership con Fastweb ma, a domino, potrebbe portare Iliad ad avvicinarsi a WindTre o addirittura a Tim che, a tendere, deve trovare un modo per valorizzare le sue attività consumer. L'intenzione della Commissione, come appare dalla bozza del White Paper, è di aprire una consultazione tra "gli Stati membri, la società civile, l'industria e il mondo accademico". Tra le ipotesi anche di accelerare lo switch-off del rame (scadenza fissa al 2030) o il passaggio a un ambiente completamente in fibra.
Anche la linea promossa dai grandi operatori delle tlc Ue di obbligare le Big Tech a pagare un 'fair share', contributo equo, per l'utilizzo e lo sviluppo delle loro infrastrutture in Europa resta al vaglio di Bruxelles. L'esecutivo Ue, si legge ancora nella bozza, "potrebbe prendere in considerazione l'ampliamento" della portata delle attuali norme sulle tlc "per garantire condizioni di parità per tutti gli attori e gli utenti finali delle reti digitali", si legge. Un'eventuale riforma dovrà essere "discussa ampiamente con tutte le parti".
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