Dal 17 febbraio lo stop al far west digitale in Europa vale per tutte le piattaforme. La legge sui servizi digitali (Digital Services Act, Dsa) per tutelare gli utenti dai contenuti illegali, già in vigore da agosto per le major come X, Meta, TikTok, Apple, Google, Microsoft o Amazon, si applicherà ora anche alle altre aziende del tech, indipendentemente dalle loro dimensioni. Nel corso del 2023 in tutto ventidue grandi protagonisti di Internet, tra cui tre siti pornografici, sono stati posti sotto la diretta sorveglianza di Bruxelles, che ha reclutato più di un centinaio di esperti per assumere il suo nuovo ruolo di guardiana del digitale.
Tra gli obblighi imposti a tutti i fornitori di servizi, quello di offrire ai cittadini europei strumenti semplici per segnalare contenuti illegali come definiti dalla normativa vigente (il più delle volte a livello nazionale) e di agire "tempestivamente" per rimuoverli. I siti dei commercianti devono controllare l'identità dei venditori e bloccare i truffatori recidivi, in particolare quando distribuiscono prodotti pericolosi o contraffatti. La pubblicità rivolta ai minori e lo sfruttamento di dati relativi al genere, alle idee politiche o all'appartenenza religiosa, è illegale. Chi trasgredisce rischia pesanti multe fino al 6% del loro fatturato annuo globale, o addirittura il divieto di operare in Europa in caso di violazioni gravi e ripetute. Le piattaforme che non fanno parte dell'elenco delle ventidue major saranno monitorate dall'autorità del Paese in cui hanno la loro sede principale. I Paesi Ue avevano tempo fino al 17 febbraio per designare la propria autorità di regolamentazione preposta ed essere così pronti ad applicare le nuove regole.
"Si tratta di un traguardo importante che riflette i nostri valori e principi fondamentali dell'Ue", ha osservato la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager. "Siamo pienamente mobilitati per garantire la piena attuazione della Dsa e incoraggiamo tutti gli Stati membri a sfruttare al meglio le nostre nuove norme. Un'applicazione efficace è fondamentale per proteggere i nostri cittadini dai contenuti illegali e per difendere i loro diritti", ha sottolineato il commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton.
Le disposizioni più severe restano riservate agli operatori molto grandi, designati sulla base dei loro utenti attivi in Europa - oltre i 45 milioni - il cui potere si ritiene comporti rischi maggiori. Tra i paletti specifici, le major devono esse stesse analizzare i rischi legati all’utilizzo dei loro servizi e mettere in atto i mezzi per mitigarli. Sono soggette a una maggiore trasparenza, con l’obbligo di aprire all’autorità di regolamentazione i loro algoritmi e di sottostare a controlli annualli a proprie spese.
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