L'ultimo impegno scandito a gennaio da Ursula von der Leyen parla di 10 milioni di tonnellate di idrogeno pulito all'anno da produrre in casa a partire dal 2030. Per portarsi avanti, tagliando la dipendenza dal gas naturale, l'Europa accelera sui sussidi pubblici. A distanza di un anno e mezzo dall'ultima volta, Bruxelles dà il suo assenso al maxi-progetto battezzato Hy2Infra e al pacchetto da 6,9 miliardi di aiuti governativi - il più ingente approvato finora - correlato, destinato a finanziare un totale di 33 opere infrastrutturali in sette Paesi membri. In Germania, soprattutto. Ma anche in Italia, protagonista con Energie Salentine, Saipem e Snam. Un modo, nelle parole della vicepresidente Ue Margrethe Vestager, per "preparare il terreno per le future interconnessioni in tutta Europa". E gettare le fondamenta di una rete "integrata e aperta" capace di far decollare la fonte green, portandola dalla nicchia attuale alla larga scala.
Elettrolizzatori, impianti di stoccaggio, condutture e terminali di trasbordo: i piani infrastrutturali sostenuti da Roma, Berlino, Parigi, L'Aja, Varsavia, Lisbona e Bratislava sono stati classificati da Bruxelles come un importante progetto di comune interesse europeo (Ipcei) che "comporta anche notevoli rischi finanziari". E, pertanto, è meritevole di "sostegno pubblico per incentivare le aziende a realizzare gli investimenti". L'idrogeno prodotto sarà poi a disposizione dei comparti dell'acciaio, del cemento, della chimica e delle raffinerie e della mobilità entro la metà del 2027.
I quasi 7 miliardi di sussidi autorizzati dall'Ue dovrebbero, secondo le stime, sbloccare altri 5,4 miliardi di euro di fondi privati, portando il valore complessivo dell'operazione a circa 12,3 miliardi. Il terzo Ipcei dedicato all'idrogeno appoggiato dall'Ue - dopo i via libera tra luglio e settembre 2022 ai primi due progetti comuni rispettivamente da 5,4 e 5,2 miliardi di euro per l'Italia e un'altra decina di Paesi membri - si affianca al nuovo sistema di aste della banca europea dell'idrogeno lanciata nel marzo scorso. Ed è in linea con la strategia del governo italiano, impegnato dal canto suo con il decreto energia ad attivare "oltre 27 miliardi di euro per il sostegno alle imprese e lo sviluppo delle rinnovabili", idrogeno compreso. Ora i bandi di finanziamento nazionali verranno emanati tempestivamente. Con la nascita dei "primi cluster regionali" dell'idrogeno pulito, per l'Europa la rotta tracciata è sempre la stessa: centrare gli obiettivi del Green Deal verso la neutralità climatica entro il 2050.
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