Stretta sull’export di rifiuti verso paesi terzi e divieto di trasferire i rifiuti di plastica in Paesi non Ocse. L’Europarlamento riunito in sessione plenaria ha convalidato con 587 voti a favore, 8 contrari e 33 astensioni l'accordo raggiunto a novembre con gli Stati membri per introdurre norme più rigorose in materia di esportazione di rifiuti dall'Ue verso i paesi terzi. Nel 2020, stima Bruxelles, l’Ue ha esportato 32,7 milioni di tonnellate di rifiuti verso Paesi non Ue, circa il 16% del commercio mondiale di rifiuti, mentre 67 milioni di tonnellate di rifiuti vengono spedite ogni anno all'interno del continente.
"Questa legge offre maggiore certezza ai cittadini europei che i nostri rifiuti saranno gestiti in modo appropriato, indipendentemente da dove saranno spediti”, ha spiegato la relatrice per l'Eurocamera dei Popolari, Pernille Weiss, rivendicando che da questo momento l’Ue si “assumerà finalmente la responsabilità dei suoi rifiuti di plastica, vietandone l'esportazione verso paesi non appartenenti all'Ocse”.
L’intesa tra co-legislatori europei prevede che le esportazioni di rifiuti di plastica verso i paesi non appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico saranno vietate entro due anni e mezzo dall'entrata in vigore delle nuove norme, mentre quelle verso Paesi Ocse saranno soggette a regole più severe. Per migliorare trasparenza e rendicontazione, un hub digitale centrale si occuperà dello scambio di informazioni e dati sulle spedizioni di rifiuti.
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