Introdurre tutele per l’industria europea della plastica e investire nei sistemi di riciclo per scongiurare un aumento delle emissioni. A poche ore dall'inizio di un trilogo decisivo sulle norme europee sugli imballaggi, Plastics Recyclers Europe, l'organizzazione che rappresenta la voce dei riciclatori europei di plastica, solleva preoccupazioni sull’aumento di importazioni di plastica riciclata nell’Ue, citando potenziali minacce per l’intera industria europea.
L’organizzazione evidenzia nell'ultimo anno una “marcata destabilizzazione” del settore industriale del riciclo di plastica nel 2023, con “gravi conseguenze ambientali” come l’aumento osservato nel 2023 delle esportazioni di rifiuti di plastica dell’Ue del 18%. Pochi o nessun investimento nel settore del riciclo è un rischio per gli obiettivi verdi dell'Ue. L’organizzazione cita i dati di un rapporto su resine e poliestere, che arriva a concludere che il mancato investimento porterebbe a più che raddoppiare le emissioni europee di gas serra entro il 2040, poiché più rifiuti verrebbero inceneriti anziché riciclati.
L’appello di Plastics Recyclers Europe arriva mentre a Bruxelles il 4 marzo i negoziatori di Parlamento e Consiglio cercheranno un accordo politico sul regolamento sugli imballaggi che ha il potenziale di “migliorare la circolarità armonizzando le pratiche tra gli Stati membri". Tuttavia, a detta dell'organizzazione, i co-legislatori stanno inviando un messaggio fuorviante con il negoziato in corso: ovvero che non vale la pena investire nella catena europea del valore del riciclo della plastica. "I riciclatori sono i primi a subirne le conseguenze, ma i trasformatori e i produttori di materie prime sono i prossimi", mettono in guardia. A destare preoccupazione la possibilità che i rifiuti di plastica extra-Ue contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue, senza “meccanismi di controllo e verifica affidabili”.
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