L'Europa taglia il traguardo dell'AI Act, un impianto monumentale di norme sull'intelligenza artificiale che fa dell'Ue il leader mondiale nella regolamentazione della nuova tecnologia. Con una maggioranza schiacciante, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l'AI Act che dovrà ora essere adottato dal Consiglio dell'Ue prima di diventare legge. Un passaggio formale dopo il via libera del mese scorso degli ambasciatori Ue, ultimo baluardo di resistenza all'AI Act. Il complesso di norme per lo sviluppo, l'immissione sul mercato e l'uso dei sistemi di IA in Europa si regge su un delicato equilibrio tra spinta all'innovazione e tutela dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto e della sostenibilità ambientale. Il regolamento sarà applicabile dopo due anni dall'entrata in vigore che scatterà con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue. Ma alcune sue parti scatteranno anche prima. E' il caso dei divieti (ad esempio i limiti imposti all'utilizzo dei riconoscimenti biometrici) applicabili dopo 6 mesi. Oppure dei codici di buone pratiche, che entreranno in vigore dopo 9 mesi. E dei controlli sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi). Un impianto normativo che intende anche dare una prima risposta alle inquietudini sollevate dalla velocissima diffusione di sistemi come ChatGPT. E che prevede sanzioni fino a 35 milioni e il 7% del fatturato delle imprese che non rispetteranno quanto previsto dal regolamento.
"Democrazia 1 - Lobby 0" posta su X soddisfatto il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, rimasto inflessibile anche alle pressioni di Parigi che avrebbe voluto una mano più leggera sul capitolo dell'IA generativa per promuovere lo sviluppo di stelle emergenti made in France, Mistral su tutti. E su X è un florilegio di tweet che commentano entusiasti il voto. Dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, secondo cui le nuove norme costituiranno "un modello per un'IA affidabile in tutto il mondo", alla numero uno dell'Eurocamera, Roberta Metsola, "orgogliosi", dice a nome dei deputati, per un atto che "coniuga leadership, innovazione e rispetto dei diritti fondamentali". Anche Roma brinda al voto, con il sottosegretario Alessio Butti che plaude al lavoro "serio e silenzioso" del governo Meloni per "far passare la linea italiana volta ad avere regole snelle e certe invece della semplice autoregolamentazione da parte delle aziende". Valutazione divergente da quella del co-relatore dell'AI Act, Brando Benifei, per il quale il governo è stato invece "molto assente e a volte anche confuso" nel corso del negoziato. Ma il voto odierno, per Benifei, non è che il punto di partenza. C'è una "tabella di marcia" per l'attuazione graduale della legge e in parallelo "l'adempimento volontario da parte di aziende e istituzioni" alle norme, in particolare quelle concepite per contrastare la disinformazione nel super anno elettorale che vedrà anche i cittadini europei recarsi alle urne per il rinnovo dell'Eurocamera. E in cantiere, spiega ancora l'eurodeputato, vi sono altre iniziative, rimandate alla prossima legislatura, tra cui una direttiva ad hoc sulle condizioni del posto di lavoro e l'IA. E se il lavoro continua, ora è il momento dei festeggiamenti. Per l'Italia, hanno votato sì i partiti di maggioranza e opposizione, con l'unica eccezione del M5S che mette in guardia dal rischio di creare "barriere d'entrata, aumentando i divari e scoraggiando l'innovazione europea".
Non è la sola voce critica. Sul fronte dei diritti umani, è Amnesty International a intervenire bollando come "deludente" il fatto che l'Ue abbia dato "priorità agli interessi dell'industria e delle forze dell'ordine rispetto alla protezione dei diritti umani". Il mondo delle imprese chiede, per bocca di Business Europe, che l'Ue sostenga "le aziende che innovano" e faciliti "l'accesso ai capitali e ai finanziamenti per lo sviluppo dell'IA". Perché nella corsa all'IA, l'Europa ha ancora tanto terreno da recuperare.
I PUNTI PRINCIPALI:
- DIVIETI. Riguardano le pratiche di IA che comportano un rischio inaccettabile per i diritti fondamentali. Sono inclusi i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole; il social scoring; le tecniche manipolative; le pratiche di polizia predittiva.
- SISTEMI DI IDENTIFICAZIONE BIOMETRICA. In alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge le forze dell'ordine potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, altrimenti vietati. L'identificazione in tempo reale potrà essere usata solo se saranno rispettate garanzie rigorose, ad esempio se l'uso è limitato nel tempo e nello spazio e previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa.
- SISTEMI AD ALTO RISCHIO. Sono quelli con potenziale danno significativo a salute, sicurezza, diritti fondamentali, ambiente, democrazia. Obbligatoria in questi casi una valutazione d'impatto sui diritti fondamentali. I cittadini potranno presentare reclami e ricevere spiegazioni sulle decisioni basate sui sistemi di IA ad alto rischio con un impatto sui loro diritti.
- IA GENERATIVA. Obblighi di trasparenza per sistemi e modelli di IA generale (Gpai), come GPT alla base di ChatGPT, inclusi il rispetto della legge su copyright e la sintesi su contenuti usati per l'addestramento. Obblighi più stringenti per modelli Gpai ad alto impatto con rischio sistemico, tra cui valutazione del modello, valutazione e mitigazione di rischi sistemici, protezione della sicurezza informatica.
- SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE. La legge promuove regulatory sandboxes e real-world-testing, istituite dalle autorità nazionali per sviluppare e addestrare l'IA innovativa prima dell'immissione sul mercato.
- SANZIONI. A seconda della violazione e delle dimensioni dell'azienda, saranno comminate multe che possono andare da un minimo di 7,5 milioni di euro o l'1,5% del fatturato fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale.
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