Il Parlamento europeo ha votato a sostegno di camion più lunghi e più pesanti sulle strade europee, adottando in plenaria la sua posizione negoziale su una nuova legge che prevede anche l’armonizzazione della circolazione transfrontaliera dei tir. Un voto in linea con la posizione adottata dalla commissione Trasporti il mese scorso. Lo scopo originale della proposta legislativa è di facilitare la diffusione dei camion elettrici aumentando la lunghezza massima consentita e le dimensioni del peso in tutta l'Ue in modo che i camion possano essere dotati di batterie - più pesanti dei motori a combustione - senza compromettere la capacità di trasporto. Secondo il testo, tuttavia, a determinate condizioni tutti i camion da 44 tonnellate, indipendentemente dal carburante utilizzato, potrebbero circolare in Ue.
L'organizzazione ambientalista Transport and Environment T&E ha denunciato che, “mentre i camion elettrici a lunga percorrenza hanno bisogno di peso extra per compensare le batterie, quelli diesel aumenteranno semplicemente la loro capacità di carico”, invitando i legislatori “a evitare di rendere più economiche le merci trasportate dai camion diesel e di mettere in svantaggio i camion elettrici”. Preoccupazione è stata espressa anche dall'eurodeputato dei Verdi Ciarán Cuffe: “Rendere il trasporto stradale alimentato da combustibili fossili ancora più competitivo permettendo a camion molto più pesanti e più grandi di circolare sulle strade europee è dannoso per la sicurezza stradale, le infrastrutture e per la decarbonizzazione del nostro sistema di trasporti”, ha attaccato l'irlandese, che insieme al suo gruppo aveva proposto un emendamento non accolto per proibire ai cosiddetti gigaliner - camion di peso superiore a 60 tonnellate - di operare a livello internazionale.
Lo scontro è aperto anche con il settore ferroviario. L'associazione delle imprese ferroviarie e delle infrastrutture europee (Cer) “ha espresso forte preoccupazione e disappunto per il voto". “Questi veicoli portano con sé tutta una serie di problemi di sicurezza e un rischio significativo per le infrastrutture esistenti. Inoltre, la loro introduzione ostacolerà ulteriormente gli sforzi per promuovere l’intermodalità e rischierà di causare uno spostamento modale inverso verso la strada”, ha evidenziato l'associazione.
I governi nazionali sono ora chiamati a concordare la loro posizione per avviare i negoziati nella prossima legislatura.
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