Rinnovabili sì, ma non bastano. A Bruxelles crolla definitivamente, nonostante le proteste di Greepeace, ogni tabù rimasto sul ruolo dell'energia dell'atomo nella decarbonizzazione dell'economia come fonte stabile e a basse emissioni. "Possono esserci opinioni diverse tra gli Stati membri, ma le tecnologie nucleari possono svolgere un ruolo importante nella transizione verso l'energia pulita", ha scandito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al primo vertice internazionale sull'energia nucleare.
Dall'Asia agli Stati Uniti, passando per l'Europa. Il summit - promosso dal primo ministro belga e presidente di turno dell'Ue, Alexander De Croo, e dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) - ha portato a Bruxelles oltre 30 delegazioni e 300 amministratori delegati, a pochi passi dall'Atomium, struttura simbolo della capitale belga che rappresenta l'atomo. Convergere sugli impegni e soprattutto prendere atto della necessità di sbloccare nuove risorse pubbliche e private in questa direzione. Tutti d'accordo nella dichiarazione finale di dover abbandonare "ogni approccio ideologico" alla questione energetica e di dover fare "affidamento su qualunque fonte di energia a basso contenuto di carbonio" per la transizione, come sottolineato dal premier De Croo e dal direttore generale dell'Aiea, Rafael Mariano Grossi, nella conferenza stampa conclusiva. Non una sorpresa. L'ampia partecipazione al Summit - per l'Italia c'era il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha sottolineato come, per la transizione climatica sia per l'indipendenza energetica, è giusto guardare alle nuove frontiere del nucleare - suggella nei fatti un rinato interesse di molti Paesi dell'Ue per il nucleare e, in particolare, sul cosiddetto nucleare di 'quarta generazione'.
I mini reattori modulari a cui guarda con interesse sia Bruxelles che Roma. "Sono una tecnologia promettente", ha riconosciuto von der Leyen, incalzando i governi anche a valutare un'estensione della vita delle centrali nucleari esistenti. A trainare questo slancio da un lato la guerra energetica della Russia, che costringe Bruxelles a ripensare il mix energetico per abbandonare le fossili; dall'altro, la pressione della Francia che negli ultimi due anni ha lavorato a Bruxelles per far riconoscere il ruolo dell'atomo nella politica energetica e ambientale dell'Ue (ovvero, per sbloccare finanziamenti europei in questa direzione). Riuscendoci, in buona parte. Parigi ha ottenuto solo negli ultimi mesi un riconoscimento del nucleare per la produzione di idrogeno a basse emissioni e il lancio da parte dell'esecutivo europeo dell'alleanza industriale sui mini reattori che porterà al primo reattore modulare di produzione europea entro il 2030. "Le risorse sono cruciali per espandere la diffusione dell'energia nucleare in Europa: dobbiamo mettere in campo la Banca europea per gli investimenti", ha ribadito il presidente francese, Emmanuel Macron, nel suo intervento, confermando che sarà Parigi a ospitare il prossimo vertice internazionale sul nucleare (senza fissare per ora una data).
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