Dopo la Spagna anche l'Antitrust italiana mette nel mirino Booking, la piattaforma on line, con sede ad Amsterdam, attraverso la quale la stragrande maggioranza dei turisti sceglie il proprio albergo per viaggi e vacanze. A febbraio l'autorità spagnola ha condannato Booking a pagare una sanzione da 486 milioni di euro. Il 12 marzo scorso l'Autorità Italiana ha deciso di avviare contro Booking Italia un'istruttoria e ora i funzionari dell'Antitrust e gli agenti del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza hanno ispezionato le sedi di Booking.com (Italia) srl. "Possiamo confermare che stiamo pienamente collaborando con la Guardia di Finanza e l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ieri hanno svolto delle ispezioni nei nostri uffici in Italia", si è affrettata a far sapere Booking.
Il fascicolo su Booking è stato aperto lo scorso anno su segnalazione delle due associazioni più rappresentative degli albergatori, Federalberghi e Aica (Associazione italiana confindustria alberghi) che lamentavano da parte di Booking una "complessa strategia" che li limitava "nella determinazione delle condizioni commerciali ai loro clienti", comportamenti che, se accertati, concretizzerebbero un abuso della posizione dominante sul mercato italiano. Un mercato dove - secondo i dati forniti dall'indagine Hotrec - in Italia il 76% delle prenotazioni effettuate online (in Europa sono il 68%) è avvenuto tramite un'agenzia di viaggio online (Ota) mentre solo il 23% (27% in Europa) direttamente sul sito dell'hotel. Entrando più nel dettaglio delle azioni contestate, Booking conferirebbe alle strutture alberghiere che fanno parte del Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell'impegno a offrire su booking.com prezzi 'competitivi', ovvero non più elevati di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online. Al contempo, quando riscontra, all'esito di un monitoraggio capillare e sofisticato, che una struttura offre prezzi migliori su altri siti online, Booking si riserva la possibilità di applicare, senza il consenso delle strutture, uno sconto (il cosiddetto 'booking sponsored benefit') per allineare l'offerta di booking.com alla migliore tra quelle disponibili online.
Nel suo insieme questa strategia - secondo l'Autorità - sembra idonea ad ostacolare lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato, quantomeno nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera, a danno di altre agenzie di viaggio online con effetti negativi sulle strutture ricettive e, in ultima analisi, sui consumatori in termini di maggiori prezzi e minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online. "Booking è certamente un partner importante, ma è indispensabile un riequilibrio nel rapporto con le imprese alberghiere nell'interesse anche dei viaggiatori. Uno sviluppo sano del mercato richiede una pluralità di operatori e capacità di una reale negoziazione tra le parti", ha commentato Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell'Associazione italiana Confindustria alberghi. Anche le associazioni dei consumatori apprezzato l'avvio dell'indagine Antitrust, ma puntano il dito sull'escalation dei prezzi (Assoutenti e Codacons)". "I siti comparatori sono importanti ma il meccanismo funziona se le informazioni sono corrette e affidabili" (Unione dei Consumatori), "È fondamentale garantire un mercato equo e trasparente" (Udicon).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA