Almeno 100 miliardi di euro all’anno in più fino al 2030 per rendere le infrastrutture dei trasporti dell’Ue più resilienti e a prova di clima. La stima arriva da Palazzo Berlaymont dove l’8 aprile la Commissione europea ha ospitato il nono dialogo per la transizione pulita dedicato alla mobilità sostenibile riunendo allo stesso tavolo portatori di interese e industriali. “Dobbiamo investire in grande, è di grandi numeri che abbiamo bisogno, e dobbiamo investire in modo intelligente: fino al 2030 saranno necessari almeno 100 miliardi di euro all'anno solo per gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto", ha puntualizzato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha ospitato il dialogo insieme al vicepresidente esecutivo Maroš Šefčovič e alla commissaria per i Trasporti, Adina Vălean.
Il settore dei trasporti, ha evidenziato ancora la leader tedesca, vale il 5% del Pil dell'Ue e impiega oggi almeno 10 milioni di posti di lavoro in Ue. Nell'intervento di von der Leyen focus sulle infrastrutture di ricarica e rifornimento per carburanti alternativi e la sfida dell'indipendenza sulle materie prime critiche essenziali come l’acciaio verde e le batterie. Bruxelles ha già destinato "1,3 miliardi di euro alle infrastrutture di ricarica e rifornimento e contiamo di sfruttare cinque volte tanto gli investimenti privati. Stiamo contribuendo a fornire elettricità pulita a quasi 60 porti e oltre 50 aeroporti", ha sintetizzato la leader tedesca. La seconda sfida sottolineata da von der Leyen è quella della dipendenza dalle materie prime critiche, di cui l'Unione europea è un grande importatore. "La Cina, nel corso di 20-30 anni, ha organizzato strategicamente l'intero scenario delle materie prime critiche a livello globale", ha sottolineato von der Leyen, ricordando che Pechino accentra "la maggioranza delle miniere di tutto il mondo, si procura le materie prime, le lavora in Cina, in pratica detiene il monopolio di alcune delle materie prime critiche e le rifornisce in tutto il mondo". Come per l'energia, anche sulle materie critiche l'Ue deve "diversificare la fornitura e rafforzare le nostre catene di approvvigionamento".
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