L’Unione europea chiude il secondo inverno dall'inizio della guerra di Russia in Ucraina "senza carenze energetiche" e senza tagli alle forniture, con gli stoccaggi pieni al 58% della capacità e con i prezzi "costantemente" sotto dei 30 euro per megawattora. “Il 31 marzo i nostri stoccaggi di gas erano pieni per oltre il 58%: è il livello più alto mai registrato in questo periodo dell'anno", ha rivendicato la Commissione europea attraverso le parole della titolare per l’energia, Kadri Simson.
"Questo è il risultato della nostra efficace diversificazione delle forniture energetiche, degli sforzi dei cittadini e delle imprese per ridurre la domanda di gas e dei nostri investimenti nelle energie rinnovabili, i tre pilastri del piano REPowerEU. Tale stoccaggio significa che i mercati sono sempre più stabili, i prezzi sono tornati al preguerra e l'Europa può iniziare a rifornirsi con fiducia per la stagione di riscaldamento del prossimo inverno", ha aggiunto la commissaria estone. Un successo rivendicato in un editoriale pubblicato su Table Media anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia, Fatih Birol, che hanno fatto il punto sulla situazione energetica del Continente a due anni dall'inizio della guerra di Russia in Ucraina.
"L'Europa chiude l'inverno con una pietra miliare notevole per il suo settore energetico: gli stoccaggi di gas dell'Ue erano pieni per quasi il 60%, una quantità record", si legge nell'articolo, in cui i due mettono in guardia sui "problemi e le sfide" verso cui "ci stiamo dirigendo". In particolare, nella seconda metà del decennio è in arrivo sul mercato una "grande ondata di nuovi progetti di esportazione di gas naturale liquefatto, soprattutto dagli Stati Uniti e dal Qatar", che contribuiranno ad aumentare la fornitura globale di Gnl del 50%. L'aumento dei volumi di gas porterà a una "riduzione significativa dei prezzi" e, dunque, a detta di von der Leyen e Birol, il gas liquefatto rimarrà importante" per i nostri costi energetici e per la nostra sicurezza energetica ancora per un po'", nonostante gli impegni ad andare verso un'economia dell'energia pulita. Un gas più economico - concludono - "non solleva l'Europa e le altre grandi economie dalla responsabilità di raggiungere al più presto le emissioni nette zero e di aiutare altri Paesi a fare lo stesso".
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