Permessi accelerati, progetti strategici per la decarbonizzazione dell’industria europea entro il 2030 e una serie di tecnologie chiave con cui realizzarla, dai pannelli solari al nucleare. Nell’ultima sessione plenaria della legislatura, l’Eurocamera ha convalidato il 25 aprile l'accordo con gli Stati membri sul ‘Net-Zero Industry Act’, il regolamento per sviluppare un’industria a emissioni zero, ultimo pilastro rimasto da approvare del Piano industriale per il Green Deal annunciato dalla Commissione europea lo scorso anno.
361 i voti favorevoli, 121 contrari e 45 le astensioni per la risposta ‘Made in Europe’ all’Inflation Reduction Act, il massiccio piano di sussidi verdi da quasi 370 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Usa per dare una spinta agli investimenti nelle tecnologie pulite. Tra i partiti italiani hanno votato contro M5S e Verdi che hanno a lungo contestato l'inserimento del nucleare tra le tecnologie che saranno sostenute.
Entro il 2030, questo l’obiettivo fissato, l’Unione europea dovrà essere in grado di produrre il 40% del fabbisogno annuo di tecnologia necessaria per raggiungere gli obiettivi della transizione e di raggiungere il 15% del valore del mercato globale per tali tecnologie. L’intesa politica prevede inoltre un obiettivo specifico per la cattura e lo stoccaggio della CO2, con una capacità annua di iniezione di almeno 50 milioni di tonnellate da raggiungere entro il 2030.
La legge individua un elenco di tecnologie net-zero considerate fondamentali per raggiungere gli obiettivi di produzione ‘Made in Europe’, tra cui - cedendo alle pressioni francesi - anche il nucleare. I progetti con il potenziale per decarbonizzare in sostanza potranno beneficiare di procedure di autorizzazione accelerate per la costruzione o l’espansione e di indicazioni per l’accesso ai finanziamenti: tra queste, le tecnologie solari, quelle eoliche onshore ed energie rinnovabili offshore; batterie e stoccaggio dell'energia ma anche pompe di calore, dell'idrogeno e tecnologie energetiche di fissione nucleare, comprese le tecnologie del ciclo del combustibile nucleare.
Il vantaggio di essere un progetto strategico è principalmente quello di avere permessi accelerati: il limite temporale per la concessione per la costruzione o l’espansione di grandi progetti manifatturieri con tecnologia a zero emissioni nette (più di 1 gigawatt) sarà di un massimo di 18 mesi. Per i progetti più piccoli (meno di 1 gigawatt), il termine per la consegna del permesso è di un anno. Gli Stati membri potranno promuovere lo sviluppo di valli industriali a zero emissioni, ovvero un raggruppamento delle attività industriali dello stesso tipo per ridurre impatto ambientale e offrire una simbiosi. La legge nei fatti non contiene alcun impegno finanziario da parte dell'Ue, ma un semplice 'considerando' che incoraggia gli Stati membri a utilizzare le entrate derivanti dallo scambio di quote di emissioni dell'Ets per sostenere gli obiettivi della legge Net-Zero.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA