La stretta Ue sugli imballaggi è arrivata all'ultimo miglio. Dall'ultima, densa, plenaria della legislatura a Strasburgo, l'Eurocamera ha sostenuto con 476 voti a favore, 129 contrari e 24 astenuti il faticoso accordo raggiunto a inizio marzo con gli Stati membri sul nuovo regolamento comunitario sugli imballaggi. Proprio ai governi spetterà nelle prossime settimane - a data ancora da decidersi - il via libera definitivo per chiudere l'iter. L'accordo è stato consolidato a Strasburgo da un'ampia maggioranza trasversale, a partire da Socialisti e Verdi, passando da Popolari e Liberali, fino ad arrivare anche a una minoranza del gruppo dei Conservatori, inclusi Fratelli d'Italia. A sfilarsi - guardando tra le file degli eurodeputati italiani - è stata soltanto la Lega, che ha votato contro in blocco, insieme alla sua famiglia europea di Identità e democrazia. "Le nuove norme europee sugli imballaggi danneggiano le imprese italiane, aumentando burocrazia e costi", ha accusato in una nota il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini.
Le nuove norme sono frutto di lunghe trattative che hanno portato ad ammorbidire l'impianto originario della proposta messa sul tavolo dalla Commissione europea, assicurando a Paesi come l'Italia alcune deroghe grazie agli alti tassi di riciclo. Gli obiettivi di riduzione degli imballaggi previsti sono del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040. A partire dal 2030, e in maniera progressiva, alcuni tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati: è il caso delle buste per frutta e verdura fresche, dei contenitori dei condimenti - come sale e pepe - che si trovano in bar e ristoranti, e dei flaconcini di sapone, shampoo e balsamo usati negli alberghi.
Nel tour de force di votazioni al Parlamento europeo - 89 i file da concordare nelle quattro giornate di plenaria -, sono state anche altre le normative ambientali a tenere banco. Gli eurodeputati hanno validato la direttiva sulla qualità dell'aria che allinea le norme Ue all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), prevedendo una stretta su particelle fini e particolati. Le nuove norme accontentano anche l'Italia poiché prevedono tempi più lunghi - al 2040 - per l'entrata in vigore della direttiva nelle zone in cui entro il 2030 sarebbe "irrealizzabile" attuarla "a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche". Un'eccezione che include a pieno titolo aree come la Pianura Padana.
Dall'Aula è poi arrivato il via libera alla nuova direttiva europea sulla due diligence per introdurre regole comuni per monitorare e prevenire i danni ambientali e le violazioni dei diritti umani da parte delle imprese con un fatturato di oltre 450 milioni di euro e con più di mille dipendenti. Tutte decisioni a sostegno del Green Deal, sconfessato invece in campo agricolo. Con un iter d'urgenza, gli eurodeputati hanno dato il loro benestare alla revisione di alcuni importanti pilastri dell'architettura verde della Pac proposta da Bruxelles a marzo per rispondere alle proteste dei trattori andate in scena in tutto il continente: meno burocrazia e controlli a carico degli agricoltori, ma anche deroghe agli obblighi ambientali per accedere ai fondi Ue.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA