Concludere “nei prossimi mesi” un Memorandum d'intesa con l’Arabia Saudita sulla cooperazione energetica per consolidare la "comune ambizione” di accelerare la transizione. A questo punta la Commissione europea che il 28 aprile ha approfondito i colloqui con il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman Al Saud, a margine del World Economic Forum di Riyadh.
"Questo protocollo d’intesa tra Ue e Arabia, che sarà concluso entro la fine dell’anno, faciliterà le decisioni di investimento, coinvolgerà le parti interessate di entrambe le parti e contribuirà a fornire un accesso sostenibile e sicuro all’energia pulita”, ha riferito la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, a nome della Commissione europea. Un protocollo d'intesa che - a detta di Bruxelles - coprirà "molti settori energetici" e avrà come fulcro la transizione energetica per "fornire una base solida e reciprocamente vantaggiosa" e orientare e ancorare "le decisioni di investimento nei settori dell'energia e delle tecnologie pulite, coinvolgere e mobilitare le parti interessate del settore pubblico, privato e finanziario e gettare le basi per un futuro energetico più sostenibile e sicuro, sostenuto da mercati energetici prevedibili e stabili".
Quanto al mix energetico, l'Arabia è tra i primi tre produttori di petrolio al mondo (gli altri due sono gli Stati Uniti e Russia) ed è il più grande esportatore di petrolio greggio al mondo, principalmente verso i paesi extra-Ue (Cina, Giappone, India e Stati Uniti) e il petrolifero rappresenta circa l'87% delle entrate di bilancio, il 42% del prodotto interno lordo (PIL) e il 90% dei proventi delle esportazioni. Entro il 2030, il governo saudita prevede di sostituire il petrolio greggio, l’olio combustibile e il diesel con gas naturale ed energie rinnovabili per la produzione di energia, dunque Bruxelles cerca di rinsaldare i legami energetici con il paese, tra i più grandi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc).
Il memorandum è parte di una più ampia strategia avviata da Bruxelles dopo l'inizio della guerra di Russia in Ucraina a febbraio 2022, per ridurre velocemente le importazioni di energia da Mosca sostenendo gli Stati membri nei loro contatti internazionali per le forniture energetiche da altri partner. In questo contesto preparatorio, l'esecutivo europeo ha lavorato per mesi per costruire un “partenariato multisettoriale” con i Paesi del Golfo Persico (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar) che sono i principali fornitori internazionali di idrocarburi, i componenti essenziali del petrolio greggio, dei gas naturali e di altri combustibili.
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