Rivedere al rialzo le ambizioni climatiche, per essere in linea con gli obiettivi dell’Ue al 2030. Bruxelles striglia Bulgaria e Polonia sui loro target verdi del decennio pubblicando il 26 aprile la sua valutazione dei progetti di aggiornamento dei piani nazionali energia e clima (Pnec) e incalzandoli a rivedere al rialzo i propri sforzi.
Sofia e Varsavia sono le due capitali che hanno presentato per ultime le loro bozze di piani rivisti, dunque anche la valutazione da parte di Bruxelles è arrivata più tardi rispetto agli altri 24 Paesi dell’Ue che hanno ricevuto le prime valutazioni prima alla fine dello scorso anno. In una prima analisi effettuata dalla Commissione a dicembre era infatti già emerso con chiarezza che senza un intervento più deciso nei piani nazionali energia e clima rivisti, l’Unione europea rischia di rimanere indietro sugli obiettivi al 2030.
Il rapporto ha constatato l’esistenza di un divario “significativo” tra i Pnec e i nuovi target previsti dal pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ e dal piano per l’indipendenza energetica ‘REPowerEU’. Gli Stati membri devono presentare i propri PNEC aggiornati in via definitiva entro il 30 giugno 2024, tenendo conto delle raccomandazioni della Commissione e delle valutazioni individuali sulle bozze già arrivate a Bruxelles. Due mesi di tempo per aggiustare il tiro, mentre Bruxelles già stima che con il solo aggiornamento attuale non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 (rispetto al 1990) come previsto dal pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, ma arriverà solo al 51%. L'Austria è l'unico Paese a non aver presentato il piano aggiornato.
Bruxelles aveva rivisto al ribasso anche gli sforzi sulle rinnovabili e sul risparmio dei consumi energetici. Quanto all’efficienza energetica, le bozze attuali porterebbero a miglioramenti dell’efficienza energetica del 5,8%, rispetto all’obiettivo dell’11,7% imposto dalla nuova direttiva sull'efficienza energetica. Per l'energia rinnovabile, la traiettoria attuale porterebbe a una quota del 38,6-39,3% di energie rinnovabili nel mix energetico entro il 2030, mentre la nuova direttiva fissa il target del 42,5%.
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