L'Unione europea più vicina al ritiro coordinato dal controverso trattato sulla Carta dell'energia. Dopo il via libera dal Parlamento Ue a fine aprile, gli ambasciatori dei ventisette Stati membri Ue hanno approvato il 22 maggio il punto, senza discussione, alla riunione del Coreper. Il recesso sarà ora sul tavolo dei ministri europei al Consiglio Energia del 30 maggio che dovranno adottare formalmente la decisione del ritiro in blocco dall'accordo internazionale critico da molti capitali Ue per la tutela che offre agli investimenti nei combustibili fossili.
Per il via libera definitiva è sufficiente raggiungere la maggioranza qualificata (che si ottiene quando almeno 15 Stati membri su 27 che rappresentano il 65% della popolazione votano a favore). La Carta è stata firmata nel 1994 ed entrata in vigore nel 1998 per disciplinare il commercio e gli investimenti nel settore energetico ma è diventata presto una questione controversa a causa dello spazio che ancora garantisce alle fonti di energia non pulite, spingendo vari Paesi tra cui la Francia, Germania e Paesi Bassi a ritirarvisi in maniera unilaterale. L'Italia non ne fa parte.
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