Dopo gli imballaggi e la due diligence, ora la maggioranza degli Stati Ue vuole annacquare le future regole dell’Ue per garantire che le etichette 'eco' o a 'ridotta impronta climatica' sui loro prodotti siano veritiere in tutta l’Ue. Lo scrive il Financial Times in vista del Consiglio Ue Ambiente del 17 giugno, in cui i ministri dei ventisette dovranno adottare il mandato sulla direttiva Ue contro le false dichiarazioni verdi (la cosiddetta direttiva green claims), proposta dalla Commissione europea a marzo 2023 stimando in oltre il 53% le dichiarazioni verdi "vaghe, fuorvianti o infondate".
Nella sua proposta la Commissione Ue spinge per obbligare le aziende a presentare prove a sostegno delle dichiarazioni di marketing ambientale con cui vendono i loro prodotti. Secondo il quotidiano finanziario invece i Paesi spingono per introdurre una ”procedura semplificata" per consentire alle aziende di valutare autonomamente se le affermazioni che fanno sono scientificamente credibili in determinate circostanze. Linea più morbida anche per quanto riguarda la definizione di “carbon neutral” - neutrale dal punto di vista climatico - in cui dovrebbero rientrare le aziende che hanno compensato le emissioni acquistando un sistema di crediti di carbonio. A quanto riferito dal Financial Times, solo quattro paesi, tra cui Germania e Austria, non hanno sostenuto questo tentativo di annacquamento durante la riunione del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue.
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