La Commissione europea preparerà una tabella di marcia per conto dei Paesi membri per distruggere definitivamente le forniture di gas russo. A Bruxelles prosegue il lavoro di preparazione per dar vita a un gruppo di alto livello politico promosso da Germania e Repubblica ceca per accelerare la fine della dipendenza energetica da Mosca.
A margine dei lavori del comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue (Coreper), si è tenuta una colazione di lavoro informale tra gli ambasciatori dei Paesi Ue e la Commissione per discutere promosso da Germania e Repubblica ceca nell'ultima riunione del Consiglio Energia di fine maggio. A quanto si apprende, gli ambasciatori Ue hanno concordato sull'obiettivo comune, ma sulla struttura e le modalità esatte serviranno proseguire il confronto. Gli Stati membri hanno indicato che la creazione di un gruppo di questo tipo dovrebbe essere politica piuttosto che istituzionale e la direttrice generale della Dg Energia, Ditte Juul-Jorgensen, a nome della Commissione europea, avrebbe accettato il compito di elaborare una tabella di marcia per raggiungere l'obiettivo comune.
Nel continente arrivano ancora circa 14 miliardi di metri cubi di gas russo attraverso l'Ucraina, che dopo il sabotaggio del gasdotto russo Nord Stream rimane l'unica via di transito del gas russo verso l'Europa via terra. A fine anno scadrà il contratto trilaterale che lega Bruxelles a Mosca attraverso Kiev e dunque le due delegazioni hanno promosso il gruppo per anticipare i tempi e studiare quali azioni intraprendere per abbattere definitivamente la dipendenza energetica dal Cremlino.
L'Italia è tra i Paesi insieme a Slovacchia, Austria e, in misura minore, l'Ungheria che ancora riceve gas attraverso la rotta ucraina e entro fine anno dovrà trovare definitivamente un'alternativa al gas russo. Secondo le stime di Bruxelles, Vienna è la capitale che ha importato più gas (circa 5 miliardi di metri cubi) attraverso l'Ucraina tra il 2022 e 2023. Nello stesso periodo, i volumi per l'Italia si aggiravano tra i 3 e 4 miliardi di metri cubi, che però rappresentavano meno del 5% delle importazioni totali.
Mentre la Slovacchia importa circa un terzo delle forniture dalla Russia (circa 2 miliardi di metri cubi), i volumi attraverso Kiev sono ridotti per l'Ungheria che importa la maggior parte del gas russo con il gasdotto TurkStream. Con il maxi piano energetico 'REPowerEu', l'Ue si è impegnata ad affrancarsi dai combustibili fossili russi al più tardi entro il 2027: le importazioni di gas russo si sono ridotte dal 45% del totale del 2021 al 24% nel 2022, fino a raggiungere quota 15% lo scorso anno. Al momento la Commissione non teme ricadute sul mercato per la scadenza del contratto trilaterale, ma è in dialogo "stretto" con i Paesi interessati per aiutarli a trovare alternative nei prossimi sette mesi. Il tema dovrebbe essere sul tavolo dei ministri dell'Energia che si riuniranno a Bruxelles il prossimo 30 maggio, per coordinarsi meglio in vista del prossimo inverno in cui anche gli stoccaggi di gas saranno essenziali per la sicurezza. In Italia le riserve di gas sono riempite al 71% della capacità, un dato che supera in percentuale la media dell'Unione europea.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA