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Dai chip alla robotica, la Nato raccoglie la sfida dell'innovazione

Dai chip alla robotica, la Nato raccoglie la sfida dell'innovazione

Investe in quattro startup europee, usa Fondo da un miliardo

21 giugno 2024, 18:22

Redazione ANSA

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Dai chip alla robotica, la Nato raccoglie la sfida dell 'innovazione © ANSA/AFP

Dai chip alla robotica, la Nato raccoglie la sfida dell 'innovazione © ANSA/AFP

Lavorare su chip di ultima generazione, ad oggi prodotti per la maggior parte a Taiwan. Modernizzare gli eserciti con sistemi robotici per la difesa e per uso umanitario. L'intelligenza artificiale e lo spazio. Sono le quattro sfide di frontiera che la Nato raccoglie per non perdere terreno nella competizione globale, soprattutto con la Cina, e nelle ore in cui Russia e Corea del Nord firmano un accordo di cooperazione strategica. Per questo l'Alleanza atlantica ha deciso di erogare i primi finanziamenti del suo Fondo innovazione che ammonta ad un miliardo di euro ed è sostenuto da 24 paesi membri. "Con questi investimenti il Fondo inizia a fare la differenza nei nostri ecosistemi di innovazione, offrendo opportunità di crescita alle aziende più promettenti del settore e a vantaggio tecnologico dell'Alleanza", ha affermato David van Weel, segretario generale aggiunto per l'innovazione della Nato, sul sito ufficiale dell'iniziativa. Gli investimenti - si legge - "contribuiranno a rimuovere gli ostacoli alla crescita delle tecnologie emergenti in Europa e nel Regno Unito, dal miglioramento delle capacità collettive di intelligenza artificiale all'ampliamento dei confini della produzione di nuovi materiali" della Nato.

Beneficiarie di questo primo giro di finanziamenti sono una startup tedesca e tre britanniche. In particolare, la prima è l'azienda Arx Robotics, produttore di sistemi robotici per la difesa, a uso commerciale e umanitario per le forze armate. Gli altri tre investimenti vanno tutti a realtà del Regno Unito. C'è Fractile, una società di intelligenza artificiale che sta sviluppando una tecnologia che consente alle grandi reti neurali di funzionare "più velocemente, in modo più efficiente e sostenibile". Segue iComat un'azienda che fornisce strutture più leggere, resistenti e sostenibili per veicoli aerospaziali e automobilistici, "in modo rapido ed economico". E infine Space Forge, che utilizza l'ambiente spaziale per produrre semiconduttori avanzati per infrastrutture critiche, "garantendo capacità più potenza e resilienza nei settori delle telecomunicazioni, aerospaziale e quantistico".

Oltre alle quattro startup, la divisione innovazione della Nato, costituita nel 2021 e con sede in Olanda, ha anche investito in quattro fondi che si occupano di sostegno nelle prime fasi di lancio di aziende innovative. Si tratta di Alpine Space Ventures di Monaco che ha in portafoglio cinque società del segmento aerospazio; Otb Ventures con sede ad Amsterdam che si occupa di sicurezza informatica e fintech; Join Capital basata a Berlino e focalizzata sul mondo industriale; Vsquared Ventures, fondo tedesco che nel suoo raggio d'azione ha la transizione energetica e l'informatica. Non ci sono dettagli su quanta parte del fondo la Nato abbia smobilitato per questo primo giro di finanziamenti. Si sa però che "fornirà agli imprenditori del deep tech il supporto di cui hanno bisogno per un massimo di 15 anni, nonché la convinzione e l'agilità necessarie per commercializzare e implementare le loro soluzioni su larga scala". 

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