Dopo il via libera all'unanimità dai 27 Paesi Ue, l'Unione europea ha formalizzato il ritiro dal trattato sulla Carta dell'energia. La presidenza belga dell'Ue, a nome del Consiglio Ue, ha notificato il 27 giugno il ritiro per iscritto del controverso trattato internazionale entrato in vigore nel 1998 per disciplinare il commercio e gli investimenti nel settore energetico, diventato presto una questione controversa a causa dello spazio che ancora garantisce alle fonti di energia non pulite.
Ue e Euratom lasceranno l'accordo ufficialmente tra dodici mesi, ma gli Stati membri potranno scegliere, su base volontaria, di rimanere nel processo di modernizzazione del trattato.
Il ritiro coordinato dalla Carta sull'energia si fonda su una roadmap in due pilastri che i ministri dell'Ue hanno convalidato lo scorso 30 maggio: il primo pilastro dell’intesa riguarda il ritiro coordinato dell’Unione europea e di Euratom dal trattato in blocco, mentre il secondo dà la possibilità agli Stati membri che vorranno farlo, su base volontaria, di partecipare al processo di modernizzazione del trattato votando nel corso della prossima Conferenza della Carta dell'energia, che dovrebbe tenersi entro la fine del 2024, approvando o non opponendosi all'adozione di un accordo modernizzato.
"Questo riflette la quintessenza del lavoro all'interno del Consiglio: essere in grado di raggiungere soluzioni equilibrate attraverso negoziati e compromessi costruttivi", ha commentato la ministra belga dell'energia, Tinne Van der Straeten.
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