"Make Europe Great Again", rendere l’Europa di nuovo grande. Con uno slogan di eco trumpiano, ha preso il via a Bruxelles il semestre di presidenza dell’Ungheria che guiderà le redini del Consiglio Ue dal primo luglio al 31 dicembre accompagnando le istituzioni comunitarie nella transizione da una legislatura all’altra. Oltre 1.500 riunioni dei gruppi di lavoro del Consiglio e 37 riunioni formali del Consiglio tra Bruxelles e Lussemburgo con cui Budapest intende realizzare sette priorità politiche: dar vita a un nuovo accordo europeo per la competitività; il rafforzamento della politica di difesa europea; una politica di allargamento coerente e meritocratica; contrasto all'immigrazione illegale; dare forma al futuro della politica di coesione e avviare il dibattito sulla futura politica agricola europea incentrata sugli agricoltori.
In una Europa stretta tra la Cina e gli Stati Uniti, al centro dei piani di Budapest per rendere l’Europa di nuovo grande c'è l’adozione di un New European Competitiveness Deal, un accordo per la competitività che fa eco al Patto verde per l'Europa - il Green Deal - ma che punta a ripristinare lo sviluppo economico e "creare le condizioni per una crescita sostenibile, approfondire il mercato interno, concentrarsi sul sostegno alle piccole e medie imprese, promuovere la transizione verde e digitale in collaborazione con gli attori economici e i cittadini europei, la cooperazione internazionale e garantire la stabilità e la sostenibilità dei posti di lavoro", si legge nel documento programmatico. “Il nostro obiettivo è contribuire allo sviluppo di una strategia industriale neutrale dal punto di vista tecnologico, di un quadro per l'aumento della produttività europea, di un'economia aperta e della cooperazione economica internazionale, nonché di un mercato del lavoro flessibile che crei posti di lavoro sicuri e offra salari crescenti in Europa, fattore cruciale per la crescita e la competitività”.
Sul fronte della politica climatica, la presidenza di Budapest si occuperà di portare avanti il confronto sull’obiettivo climatico intermedio per il 2040 in modo che sia “raggiungibile, che garantisca che nessun cittadino o Stato membro venga lasciato indietro, assicurando al contempo la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'UE nel corso della transizione verde e giusta”. La Commissione uscente ha avanzato la raccomandazione a febbraio di tagliare le emissioni di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990 come target intermedio per arrivare alla piena neutralità entro metà secolo. Spetterà al prossimo esecutivo europeo la proposta legislativa vera e propria. Nei prossimi sei mesi di guida magiara dell'Ue - con la transizione istituzionale in atto - non ci si aspettano proposte legislative vere e proprie dal momento che la Commissione europea si insedierà verosimilmente alla fine dell'anno, ma la presidenza Ue si è comunque impegnata a dare attuazione all’ambizioso pacchetto legislativo climatico ‘Fit for 55’.
Sul piano propriamente energetico, Budapest punta sull'energia geotermica e su quella nucleare. La prima è considerata una priorità della presidenza ungherese dal momento che "la sua maggiore diffusione può svolgere un ruolo chiave nel garantire l'autonomia e la sicurezza energetica e nel raggiungere gli obiettivi climatici". Budapest intende adottare conclusioni del Consiglio sulla promozione dell'energia geotermica e sulla riduzione dei relativi rischi di finanziamento nel contesto della decarbonizzazione del settore energetico e ribadisce il ruolo che avrà l'energia dell'atomo come uno dei pilastri del successo della transizione verde, su cui la presidenza punterà. Infine, sul fronte della digitalizzazione, la presidenza punta a sottolineare il rapporto tra tecnologie emergenti, la competitività europea e la sostenibilità. Tra le tecnologie emergenti, particolare attenzione sarà dedicata all'intelligenza artificiale e alla preparazione dell'attuazione dell'AI Act sia a livello europeo che nazionale ma uno degli obiettivi della presidenza ungherese sarà anche quello di proseguire i lavori relativi all'inclusione dei Paesi terzi nell'area del roaming, in particolare con l'Ucraina e la Moldavia ma cercando anche di avvicinare la Georgia e i Paesi dei Balcani occidentali all'area di roaming dell'Ue.
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