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La legge sul ripristino della natura entra in Gazzetta Ue

La legge sul ripristino della natura entra in Gazzetta Ue

Il divisivo regolamento in vigore a metà agosto

01 agosto 2024, 13:55

Redazione ANSA

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La legge sul ripristino della natura entra in Gazzetta Ue - RIPRODUZIONE RISERVATA

La legge sul ripristino della natura entra in Gazzetta Ue - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell'Ue entro il 2030: il divisivo regolamento sul ripristino della natura diventa legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Ue e sarà ufficialmente in vigore tra venti giorni. 

Pilastro chiave della strategia dell'Ue per la biodiversità, la legge è innovativa perché per la prima volta non disciplina solo la protezione delle aree naturali, ma punta a ripristinare quelle già degradate attraverso una tabella di marcia in tre tappe: il 30% di ogni ecosistema non 'in buono stato' dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050

Le capitali dovranno mettere a punto dei piani nazionali di ripristino per riferire periodicamente alla Commissione europea su come intendono raggiungere gli obiettivi. Nel complesso, le norme impongono agli Stati membri di definire e attuare misure volte a ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell'Ue entro il 2030.Per andare incontro alle preoccupazioni sulla sicurezza alimentare, nel 2033 Bruxelles dovrà rivedere e valutare l'applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori agricolo, della pesca e forestale. Inoltre, con un atto di esecuzione, la Commissione Ue ha il potere di sospendere fino a un anno l'attuazione delle norme relative agli ecosistemi agricoli in caso di "gravi conseguenze a livello comunitario per la sicurezza alimentare".

Tra i timori per la sicurezza alimentare dettati dalla guerra in Ucraina e le ripetute proteste degli agricoltori, la proposta è stata per mesi bersaglio politico del centrodestra all'Eurocamera e di vari Stati membri che ne hanno fatto slittare l'adozione. Il via libera definitivo è arrivato solo il 17 giugno scorso grazie al cambio di posizione del governo austriaco, che aveva inizialmente dichiarato l'intenzione di astenersi sul file per poi annunciare ieri il voto a favore. L'Italia ha votato contro insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, mentre solo il Belgio si è astenuto. 

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