Anche l’Italia è tra i 26 Paesi Ue (su 27) contro cui la Commissione europea ha avviato il 26 procedure di infrazione per non aver recepito per tempo la direttiva sulle energie rinnovabili, in particolare le disposizione relative alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure di autorizzazione delle rinnovabili. La direttiva rivista è entrata in vigore a novembre 2023 e alcune disposizioni dovevano essere recepite nel diritto nazionale entro il primo luglio scorso, ma Bruxelles fa sapere che solo la Danimarca ha notificato per tempo.
Le disposizioni includono misure volte a semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile sia per i progetti infrastrutturali necessari a integrare l'energia rinnovabile aggiuntiva nel sistema elettrico. Includono inoltre chiari limiti temporali per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti, il rafforzamento del ruolo del punto di contatto unico per le domande e la presunzione che i progetti di energia rinnovabile e la relativa infrastruttura di rete siano di prevalente interesse pubblico. Roma e le altre 25 capitali hanno ora due mesi per rispondere e completare il recepimento. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato, portando avanti l'iter.
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