Nucleare, da un lato. Obiettivo di riduzione delle emissioni al 2040, dall'altro. Sono due principalmente i punti di tensione su cui i Paesi Ue devono ancora trovare un accordo per adottare lunedì 14 ottobre al Consiglio Ue Ambiente le conclusioni sulla Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima del 11-22 novembre a Baku, in Azerbaigian.
Le conclusioni sul mandato dell'Ue sono in cima all'agenda alla riunione per l'adozione, con quattro paragrafi che rimangono ancora aperti e su cui la presidenza ungherese dell’Ue tenterà una mediazione. A dividere le Capitali è, innanzitutto, l'inserimento nel testo di un riferimento al target climatico intermedio al 2040: un gruppo "ambizioso" di Paesi vorrebbe nel mandato negoziale che l'Ue adotterà un richiamo alla riduzione del 90% (rispetto ai livelli del 1990), mentre per altri si tratta di un passo "prematuro" dal momento che i negoziatori sono in attesa di una proposta vera e propria da parte della Commissione europea. Bruxelles ha pubblicato a febbraio scorso una comunicazione non vincolante sul target, lasciando la proposta legislativa vera e propria nelle mani della prossima Commissione europea che ancora deve insediarsi.
L'altro nodo, forse anche quello più difficile da sciogliere, riguarda il ruolo del nucleare, ovvero se e come includere l'energia dell'atomo tra le altre fonti energetiche menzionate nel testo per il contributo alla transizione. Lo scorso anno, proprio la Cop28 ha storicamente riconosciuto l'energia nucleare tra le possibili soluzioni ai cambiamenti climatici. "C'è un gruppo di Paesi che spinge per l'inclusione dell'atomo nel testo", ha spiegato una fonte diplomatica, che ritiene "importante avere una discussione a livello ministeriale" lunedì sulla questione.
Da anni ormai il dibattito politico a Bruxelles è polarizzato tra Paesi - con la Francia in prima linea - che guardano all'atomo come fonte energetica strategica per la decarbonizzazione e Paesi - come la Germania - che invece per la transizione puntano solo sull'energia pulita. Una divisione che potrebbe riproporsi anche il giorno successivo, quando a riunirsi a Lussemburgo saranno i ministri dell'Energia. In questa sede Parigi promuoverà una discussione tra i ministri sulla necessità di aprire la Banca europea dell'idrogeno anche all'idrogeno a basse emissioni, in sostanza quello prodotto attraverso energia nucleare.
Un dibattito più vivo che mai a Bruxelles dal momento che la Commissione europea ha lanciato lo scorso 27 settembre una consultazione pubblica sul futuro atto delegato che dovrà chiarire la definizione di idrogeno e combustibili derivati a basse emissioni di carbonio, come previsto dal pacchetto sulla decarbonizzazione del mercato del gas approvato quest'anno. La consultazione sarà aperta per quattro settimane, nell'ottica di adottare l'atto delegato entro la fine dell'anno.
Il punto al Consiglio di martedì, precisano le stesse fonti, verrà sollevato tra le discussioni 'varie ed eventuali'. A margine della riunione sono previsti, come ormai di consueto, gli incontri informali tra i Paesi 'amici delle rinnovabili' promosso da Austria e Germania e, dall'altra parte, dell'Alleanza Ue sul nucleare, promosso proprio da Parigi.
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