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Rozza (Sissa), Ai aiuta con crisi geopolitica ma non la risolve

Rozza (Sissa), Ai aiuta con crisi geopolitica ma non la risolve

Gurrieri:'Ripercussioni sul Porto di Trieste ma siamo ottimisti'

TRIESTE, 13 giugno 2024, 15:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le discipline quantitative "possono aiutare ad affrontare le crisi" geopolitiche, però "non le risolvono". Ad esempio "la logistica si può organizzare con modalità che vengano da un'analisi dei dati più approfondita e da modelli di previsione". "A livello digitale e di simulazione si può creare tutto, poi ci serve un'analisi geopolitica ed economica molto complessa. E l'esperienza umana non la sostituisce nessuno". E' la riflessione di Gianluigi Rozza, capo dell'area Matematica della Sissa, durante un incontro sulle crisi del Mar Rosso e del Medio Oriente rapportate alla digitalizzazione, all'Ia e alla logistica del mare.
    L'iniziativa, in corso a Trieste, rientra nell'ambito del simposio internazionale GeoAdriatico, promosso da Cinzia Vitale Onlus.
    A parlare delle ripercussioni delle crisi geopolitiche sull'economia è stato l'ad di Alpe Adria e neo segretario generale del Porto di Trieste, Antonio Gurrieri: "Fino ad aprile, in parte maggio" lo scalo giuliano ha registrato "intorno al 15% di calo" sulla movimentazione dei container, "ma siamo ottimisti". "Il 90% dei nostri traffici - ha spiegato - sono internazionali. Se noi fossimo legati ai traffici del territorio nazionale avremmo la competizione di Spagna, Tangeri e anche dei nostri porti Tirreni. Il calo del 15% sta incidendo sul 10% di traffico. Il problema è che se questa crisi diventa perenne o quasi, allora bisogna inventarsi qualcosa di diverso rispetto all'attesa, che ci fa pensare che nei prossimi mesi le cose potrebbero ritornare a essere come prima".
    Il direttore della Sissa, Andrea Romanino, ha fatto infine riferimento al dibattuto in corso in ambito accademico sul dual use, su cui la Crui ha avviato una riflessione, sottolineando che è "un tema difficile, soprattutto quando si passa dai beni, le tecnologie, i software, che sono oggetto anche di documenti europei di riferimento, al mondo della ricerca e della formazione dove i confini sono molto più sfumati. Tanto più si va verso la ricerca di base tanto più è difficile immaginare quali saranno le ricadute a lungo termine della ricerca".
   
   

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