"Quando qualcosa è irrisolto,
torna e ti presenta il conto. Ci stiamo lasciando dietro un
sacco di questioni irrisolte che non vogliamo guardare in
faccia, perché sono troppo complicate da affrontare: quella
palestinese è solo una delle tante". Lo ha detto a
Pordenonelegge Monica Maggioni presentando "Spettri. Il male che
credevamo di esserci lasciati alle spalle" (Longanesi).
"Gli spettri sono venuti a cercarmi la sera del 7 ottobre.
Quando abbiamo scoperto il massacro che Hamas aveva compiuto è
stato un momento di enorme shock e sorpresa. Ci eravamo illusi
che la questione palestinese non ci fosse più, perché da un
decennio non se ne parlava. Ma c'era un enorme non detto
nascosto sotto al tappeto". Ma "Spettri" è molto di più: i
neonazisti americani ed europei, i torturatori iraniani, i 40
mila figli dell'Isis rinchiusi in un campo al confine tra Iraq e
Siria. La narrativa neonazista negli Usa, sempre più sdoganata
ed entrata nella società, il manifesto dell'attentatore di
Ut›ya, lettissimo su internet, o ancora i ministri afghani che
hanno trascorso 12 anni a Guantanamo. "Gli spettri non tornano:
semplicemente, non se ne sono mai andati" sentenzia Maggioni.
"Solo lavorando sulla memoria e sulla non negazione possiamo
compiere dei passi in avanti".
La giornalista ha anche dato la propria visione sulle
imminenti elezioni statunitensi: "In America nella corsa
presidenziale è in gioco il rapporto profondo con le istituzioni
nazionali e internazionali. Qualcosa da rispettare e su cui
investire da un lato, o invece da disprezzare, legittimando
spaccature e conflitti, in una dinamica poco più che personale
dall'altro". Sulla questione palestinese, invece, Maggioni è una
ferma sostenitrice della teoria dei due popoli e due stati.
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