Sono stati gli esperti incaricati
dell'Università di Udine a mettere a dimora il vigneto Laudato
Si' all'interno dell'omonimo Borgo voluto da Papa Francesco
nella sua residenza di Castel Gandolfo, per dare un segno
concreto dell'applicabilità dei principi illustrati
nell'Enciclica Laudato Si'.
"La vigna rappresenta un nuovo modello di sostenibilità
realizzato attraverso l'uso delle più avanzate tecnologie - si
legge in una nota del Centro di Alta formazione Laudato Si'
diffusa, all'indomani di una tavola rotonda, dall'ateneo
friulano - attraverso un'attenta riconnessione con la
bio-diversità e la cura dell'ecosistema per realizzare
concretamente la dimensione dell'ecologia integrale".
Nel progetto agricolo del Borgo, riporta un passaggio del
discorso di Papa Francesco ai membri del Centro, "ha trovato
posto lo sviluppo di una nuova vigna per la produzione di vino.
Essa vuole porsi come una sintesi di tradizione e innovazione,
come si dice un 'marchio di fabbrica' del Borgo. Anche in
questo, il Centro di Alta Formazione si è avvalso della
consulenza di alcuni tra i maggiori esperti, perché l'intenzione
è quella di puntare all'eccellenza. È molto importante non
rimanere nella 'media', perché dalla media si va alla
mediocrità. Sempre puntare all'eccellenza".
Il vigneto è costituito da varietà di viti di diversa origine
e provenienza, "capaci, nel loro insieme, di costituire un vino
che simboleggia per la sua composizione una comunione nella
diversità". Il progetto della Vigna Laudato Si' è frutto di una
ricerca che ha consentito di scegliere varietà di viti
resistenti a diverse malattie. Si tratta di varietà selezionate
all'Università di Udine da ricercatori che hanno operato in
collaborazione con l'Istituto di genomica applicata e i Vivai
cooperativi Rauscedo.
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