"Solo valigie di cartone e tanta
speranza. Questo avevamo quando siamo arrivati a Fertilia. Un
luogo che ci ha accolto bene e che abbiamo ripopolato, anche se
la nostra casa, Pola, era a centinaia di chilometri di distanza.
Ed era una cosa che faceva male, allora, soprattutto agli
adulti". Giulio Marongiu, 86 anni ricorda così il suo arrivo a
Fertilia, quando aveva 8 anni. Centinaia di miglia lontano dalla
sua casa, Pola. Un destino condiviso con altre migliaia di
italiani costretti a lasciare le coste adriatiche nel dramma del
grande esodo giuliano dalmata. Ed è Giulio stesso a riannodare
il filo della storia e della memoria ripercorrendo a ritroso
quel viaggio e mettendosi materialmente al timone
dell'imbarcazione Klizia, dalla Sardegna a Pola in "Rotta 230°.
Ritorno alla terra dei padri" il film di Igor Biddau, prodotto
da Gianluca Vania Pirazzoli per Time Multimedia, che Rai Cultura
propone martedì 22 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai
Storia a 70 anni da quel 26 ottobre 1954 in cui Trieste tornò a
essere italiana. "Abbiamo ripercorso a ritroso, verso Pola -
dice Giulio Marongiu - quel viaggio affrontato nel 1948 da una
cinquantina di famiglie di esuli giuliano dalmati partiti da
Chioggia: venti giorni di navigazione su 13 pescherecci per
raggiungere Alghero e da lì, Fertilia, un posto da far rinascere
e in cui rinascere come comunità".
Con il "capitano" Marongiu un equipaggio speciale: il figlio
Federico e Mauro Manca, fondatori dell'Ecomuseo Egea, Giuseppe
Bellu, e Federica Picone che hanno portato il Klizia, su un mare
non sempre calmo, da Alghero a Chioggia e poi Venezia, Trieste,
Muggia e poi Capodistria, Pirano, Rovigno e Pola, in Croazia.
"Questo viaggio che ho condiviso con mio figlio Federico anche
nei momenti meno facili della navigazione - aggiunge Giulio - ha
riassunto in sé tutte le emozioni, dal dolore alla riconoscenza,
che hanno accompagnato la nostra vita. È una storia di
rinascita, senza alcun colore politico, una storia di resilienza
che credo sia utile trasmettere ai giovani, perché non
dimentichino. E si rendano conto di cosa può significare dover
lasciare tutto. E il tempo in cui viviamo lo rende
drammaticamente evidente".
Il film - presentato in anteprima alla 81ª Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia - è stato scritto da Mario
Audino e Igor Biddau, e la voce narrante è quella di Roberto
Pedicini, mentre Alina Person ha dato voce alla Sirena che ha
idealmente "richiamato" Giulio Marongiu nella sua terra natia.
Le musiche del film - al quale partecipa anche l'attrice
Isabelle Adriani - sono state create appositamente da Pinuccio
Pirazzoli.
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