"La Flex chiude un pezzo alla
volta ma nessuno se ne importa". Lo scrive in una nota l'Unione
sindacale di base di Trieste che ha organizzato per oggi un
presidio davanti ai cancelli della fabbrica, oggi in crisi dopo
l'assemblea dei lavoratori di due giorni fa "gestita dalle
solite sigle sindacali territoriali, quelle che hanno generato
il 'caso somministrati' cioè il defenestramento di 63
lavoratori". In assemblea "quelle sigle hanno ripetuto l'iter
dei somministrati del 2022: lavoratori di serie A e di serie B,
quelli che rimarranno in azienda e quelli che faranno prima
contratti di solidarietà e poi CIGS (cassa integrazione
straordinaria). Anticamera della cancellazione di 350 posti di
lavoro", conclude la nota.
Lo stabilimento era stato aperto per la Telettra negli anni
'70 occupando fino a quasi 700 persone, in gran parte donne
diventando negli anni '90 un centro importante del trasporto di
segnale su fibra ottica. Poi il
declino con la vendita nel 2015 a Flex, azienda che "per 9 anni
è stata incapace di attirare qualunque cliente significativo né
di diversificare la produzione e perdendo alla fine l'unico
cliente vero: Nokia", conclude la Usb.
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