La 'querelle' sul patrocinio del
Comune di Udine alla partita Italia-Israele disputatasi lo
scorso 14 ottobre allo Stadio Friuli, negato inizialmente e poi
concesso dall'amministrazione comunale, con un'ondata di
polemiche e manifestazioni pro e contro, si concluderà "sotto il
segno della pace e della fratellanza". Lo ha annunciato con una
nota il sindaco Alberto Felice De Toni, che ha voluto
subordinare il sostegno comunale all'evento calcistico a un
impegno concreto per il dialogo, "superando ogni logica di
contrapposizione ideologica, specialmente alla luce delle
drammatiche vicende in Medio Oriente" e rispondendo a un appello
lanciato da Rondine, Cittadella della Pace in provincia di
Arezzo.
"Di fronte all'escalation di violenze e conflitti, abbiamo
trasformato un evento sportivo in un simbolo di speranza e
coesione," ha dichiarato. E lunedì si recherà proprio a Rondine,
con gli assessori Andrea Zini e Gea Arcella e il consigliere
delegato Alessandro Colautti, per partecipare a un incontro "di
alto valore simbolico".
Al richiamo della Cittadella, inviato pochi giorni prima
della partita con l'obiettivo di riaffermare lo sport come
strumento di pace, avevano risposto numerose personalità e
istituzioni, tra cui il Ministro dello Sport Andrea Abodi e la
Federcalcio. L'incontro riunirà rappresentanti di istituzioni
locali, economiche, sindacali e religiose, studenti e giovani
delle nuove generazioni, per definire azioni di pace. Alla
tavola rotonda siederanno anche l'Arcivescovo di Udine, Mons.
Riccardo Lamba, e leader di comunità religiose come Noemi Di
Segni dell'Unione Comunità Ebraiche Italiane e Izzedin Elzir
delle Comunità Islamiche d'Italia. "Siamo riusciti a portare
avanti un messaggio di pace, e questo grazie all'impegno di
tanti interlocutori uniti da un obiettivo comune," ha concluso
il sindaco De Toni.
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