"Tito boia" riferito al
maresciallo che dominò la Jugoslavia nel dopoguerra, e ancora
"Boia chi molla è il grido di battaglia". Sono alcuni degli
slogan scanditi nel corso del corteo organizzato dal movimento
"Trieste Pro Patria", sfilato per le strade del centro questo
pomeriggio in occasione del 70/o anniversario del ritorno di
Trieste all'Italia.
Al corteo, aperto da uno striscione con il nome dello stesso
movimento "Trieste Pro Patria" in campo azzurro e con il
tricolore a entrambi i lati, hanno partecipato poche persone,
circa 150, sfilate tra notevoli misure di sicurezza. Tra i
partecipanti, molti nostalgici ma anche un gruppo di giovani,
che hanno preferito restare in fondo al corteo. "Né Slovenia né
Croazia solo Istria Fiume e Dalmazia", cioè le terre che dopo la
guerra finirono alla Jugoslavia. E ancora, "Trieste italiana,
italiana resterà".
Il movimento, come è stato spiegato, fu costituito 11 anni fa
per contrastare i movimenti indipendentisti che riscuotevano
consenso e ribadire l'italianità della zona. Scopo, dice oggi un
rappresentate del movimento, è soltanto "tenere vivo il discorso
puramente storico e culturale, sia per la cultura italiana che
per l'Istria e le terre perse".
Giunto dopo poche centinaia di metri in largo Riborgo sede
della storica Lega nazionale, sono stati accesi fumogeni ed è
stato intonato l'inno italiano. Infine, il corteo è stato
sciolto.
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