"Dopo l'attacco del 7 ottobre di
Hamas contro Israele la situazione è diventata molto pericolosa,
c'era emergenza terrorismo, rischio attentati e rischio che
attraverso il corridoio balcanico potessero arrivare terroristi
nel nostro Paese. Questo ci ha portato a dover rafforzare i
controlli per garantire la sicurezza dei cittadini. Appena sarà
possibile ripartire con Schengen, lo faremo con grande piacere.
Noi lavoriamo solo per la sicurezza". "Mi auguro che quando si
comincerà con l'anno della cultura dedicato a queste due città,
che sono capitale della cultura, si possa arrivare a una
soluzione positiva". Così ha risposto il ministro degli Esteri,
Antonio Tajani, a chi gli chiedeva, oggi a Gorizia, se in vista
di Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura 2025 potrà
essere attuata una sorta di 'zona franca' per i controlli ai
confini con la Slovenia.
"Si possono anche alleggerire i controlli - ha chiarito
Tajani - ma dipende dal livello di sicurezza" e dalla situazione
internazionale. "Tutto quello che potrà essere fatto per aiutare
questo territorio verrà fatto, sempre tenendo presente che c'è
da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini".
Riferendosi poi al Comitato dei ministri Italia-Slovenia di
oggi, la cui prossima riunione nel 2025 potrebbe tenersi a
Gorizia ("è un'idea lanciata oggi vediamo se si potrà fare in
futuro"), rispetto alla questione migranti Tajani ha ricordato
che "si è ribadita l'importanza del lavoro congiunto con sloveni
e croati per proteggere le frontiere esterne" e "quello che sta
succedendo qua potrebbe essere un modello da replicare altrove".
Infine un accenno all'esperienza delle due città di confine:
"Nova Gorica-Gorizia idealmente sono un modello esportabile"
anche in altre aree di conflitto. "Il fatto che le due città si
danno la mano significa che si può guardare in avanti facendo
tesoro del passato. Questo non significa dimenticare, ma fare
buon uso dei drammi" avvenuti.
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