"La separazione delle carriere non
ha nulla a che fare con l'efficienza della giustizia. Se i
cittadini chiedono una giustizia più rapida e giusta, questa
riforma non porterà alcun vantaggio, anzi, nel primo periodo
creerà inevitabili problematiche e ritardi nella
riorganizzazione degli uffici giudiziari". Lo ha detto il
presidente del Tribunale di Udine, Paolo Corder, a margine della
presentazione del "Torneo della Disputa - Dire e Contraddire",
del Consiglio Nazionale Forense per i ragazzi degli istituti
secondari di II grado nell'ambito dei percorsi educativi alla
legalità nelle scuole.
"Di fatto - ha aggiunto - la divisione tra giudici e pm
esiste già: i transiti tra le due funzioni sono ormai sotto il
10% e avvengono quasi esclusivamente per motivi familiari.
Inoltre, i dati dimostrano che i giudici non sono appiattiti
sulle richieste dei PM, dal momento che le assoluzioni sono più
numerose delle condanne". Per Corder, qualora le carriere
fossero separate, "irreversibile e intoccabile" devono rimanere
autonomia e indipendenza: "Se si creano due ordini, entrambi
devono avere stessi benefici. Oltre questa linea Maginot c'è il
diluvio universale". Infine, ha invitato a un confronto
costruttivo tra le parti: "Comprendo le ragioni degli avvocati,
che vogliono una netta separazione tra chi giudica e la pubblica
accusa. Spero però che anche loro considerino il nostro punto di
vista, per trovare una soluzione che garantisca ai cittadini una
giustizia davvero efficiente, con strutture e risorse adeguate".
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