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Associazione Caffè Trieste, 'i rincari iniziano da lontano'

Associazione Caffè Trieste, 'i rincari iniziano da lontano'

'Crisi mette in pericolo l'esistenza del settore in Italia'

TRIESTE, 28 febbraio 2025, 14:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Iniziano "da lontano", fin dai Paesi di origine, e coinvolgono tutta la filiera i rincari del caffè che si osservano al bar. Comincia così la riflessione dell'Associazione Caffè Trieste sul prezzo e il futuro della bevanda.
    "Il caffè - ricorda l'associazione in una nota - è una commodity", tra "le più scambiate". "Il costo della materia prima, o caffè crudo, negli ultimi due anni è continuato a salire. Nel solo 2024 il prezzo medio è cresciuto del 70%. Nei primi 40 giorni del 2025 ha superato ogni livello precedente, aumentando per più del 30%, e superando l'asticella dei 440US$c/libbra, ovvero più del doppio dei 186.75US$c/libbra del gennaio 2024". I motivi sono da ricercare "nei Paesi d'origine, nelle perduranti condizioni climatiche sfavorevoli; in Europa, alle incipienti stringenti normative anti-deforestazione; ma anche alla speculazione finanziaria che queste situazioni di incertezza permettono". A questo si aggiungono "i paralleli rincari dei trasporti marittimi, l'allungamento dei tempi degli stessi, il rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro, l'aumento dei costi dell'energia, dei carburanti e dei materiali d'imballo; eventi che hanno posto in seria difficoltà il settore del caffè in senso lato". Questa "perdurante crisi mette in pericolo l'esistenza del settore in Italia, che rappresenta decine di migliaia di posti di lavoro". A ridursi "in modo drammatico" sono i margini dei torrefattori e di altri settori della filiera, costretti a far fronte "all'acquisto della materia prima, ormai carissima, che non permette di investire nello sviluppo delle aziende".
    Se i motivi scatenanti sono la diminuzione della produzione agricola nei Paesi d'origine e l'aumento di consumo anche in Paesi che storicamente consumavano tè e altre bevande, conclude l'associazione, "è difficile prevedere un ritorno a livelli accettabili per l'industria di trasformazione".
   

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