(di Luciano Fioramonti)
Dieci minuti di applausi all'Opera di
Roma per Peter Grimes, il dramma dell'isolamento e
dell'emarginazione sociale reso con efficacia straordinaria
dalla regista Deborah Warner con Michele Mariotti sul podio. Il
capolavoro, composto nel 1944 da Benjamin Britten su libretto di
Montagu Slater dal poema Il Borgo di George Crabbe, ha incantato
il pubblico del Teatro Costanzi, trasportato nella ragnatela
fatale di pregiudizio e pettegolezzi della piccola comunità
della costa britannica verso il pescatore solitario, ritenuto un
corpo estraneo e additato come il responsabile della morte del
suo primo mozzo e poi dell'omicidio del ragazzino accolto come
nuovo apprendista.
Warner, già apprezzata nel 2018 per la messa in scena per la
fondazione capitolina di Billy Bud, pluripremiato dalla critica,
ha tratteggiato il racconto con soluzioni di grande effetto,
dall'iniziale barca sospesa mentre Grimes in sogno rivive il
processo per l'incidente in mare da cui è uscito assolto, al
'fantasma' del giovane che incombe sulla scena volteggiando
nell' aria, al mare evocato dallo sfondo. Mariotti, direttore
musicale dell'Opera di Roma al primo confronto con il lavoro del
compositore inglese, ha guidato l'orchestra nei meandri di una
musica affascinante e complessa che ha scandito racconto e stati
d'animo con cambi di passo improvvisi, come quando la porta del
pub viene aperta e chiusa a più riprese dagli avventori mentre
fuori infuria la tempesta.
Lunghi applausi e 'bravo' sono andati in particolare al
tenore Allan Clayton, dominatore della scena con il suo
pescatore burbero in cerca di riscatto sociale travolto dalla
persecuzione popolare e dalla follia, al soprano Sophie Bevan
nel ruolo della maestra Ellen Orford, al baritono Simon
Keenlyside il vecchio capitano Balstrode, e a Ciro Visco per la
brillante prova del coro, grande protagonista come l'accusatore
che spingerà Peter Grimes al suicidio, disinteressandosi infine
della sua morte per tornare alle abitudini di ogni giorno come
il flusso della marea.
Mariotti considera Peter Grimes "il diverso, sono le note
sbagliate fuori dall'armonia che ascoltiamo in tanti momenti
dell'opera". Per Deborah Warren, che tornerà al Costanzi a
settembre 2025 ancora con Britten mettendo in scena The Turn of
the Screw, il protagonista del dramma "ha sempre agito in modo
diverso da chi lo circonda, è l'outsider e ha scelto di esserlo.
Credo sia molto ben delineata la figura contemporanea del
diverso, dell'atipico che ormai fa così tristemente parte dei
tempi in cui viviamo, che sarà difficile non identificarla e
farla propria".
Lo spettacolo - realizzato in coproduzione con il Teatro Real
di Madrid, la Royal Opera House di Londra e l'Opéra National di
Parigi - avrà quattro repliche fino al 19 ottobre.
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